Italia Destinazione per Nomadi Digitali: Non Perdiamo Questa Grande Occasione

Questo è un momento importante! Non lasciamoci sfuggire l'occasione di trasformare l’Italia in una destinazione attraente e ospitale per nomadi digitali e lavoratori da remoto. Impegniamoci insieme!

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Alberto Mattei: Sono il fondatore di Nomadi Digitali. Un progetto di comunicazione collaborativo e autofinanziato che nasce nel 2010 con l'obiettivo di diffondere anche in Italia la cultura del lavoro da remoto e del nomadismo digitale. Il mio obiettivo? Crescere un movimento di persone più libere e più felici per rendere il nostro mondo un posto migliore.

Pubblicato il: 7 Aprile 2022 | Categoria:

E’ evidente a tutti come la pandemia da covid-19 abbia portato dal 2020 ad un profondo e radicale cambiamento nel modo di vivere e di lavorare di milioni di persone in tutto il mondo! Accelerando di fatto un processo di trasformazione e digitalizzazione che era già in atto da tempo.

L’uomo occidentale nello scenario post pandemico, roso da nuove ansie e inquietudini, sta mettendo in discussione i tradizionali schemi socio-economici e ricerca in modo sempre più tangibile una migliore qualità della vita, felicità, benessere personale, più libertà e maggiore soddisfazione professionale.

Great resignation, yolo Economy, sono fenomeni sociali che testimoniano come la pandemia abbia agito da catalizzatore di questo cambiamento. Al tempo stesso le classiche strutture aziendali e le postazioni di lavoro in ufficio stanno lasciando sempre più spazio a modelli organizzativi flessibili e alternativi. Il lavoro non si svolge più in uno spazio statico e in orari prestabiliti, ma ovunque, in qualsiasi momento, su ogni device.

Questi cambiamenti in atto hanno determinato un crescente interesse verso il “nomadismo digitale”! Uno stile di vita e di lavoro più libero, e indipendente da un posizione geografica specifica. Un fenomeno in crescita esponenziale a livello globale che interessa sempre più persone di tutte le età, con background personali, professionali e culturali molto diversi tra loro.

Statistiche non ufficiali ci dicono che oggi in tutto il mondo ci sono oltre 35 milioni di persone (di varie nazionalità) che si definiscono nomadi digitali e questo numero è destinato a crescere rapidamente nei prossimi anni.

L’immagine stereotipata del nomade digitale associata a quella del giovane freelance ventenne avventuroso che gira il mondo con laptop e zaino sulle spalle non è più attuale…!

Ci troviamo oggi di fronte ad un “nuovo tipo di persona e di lavoratore” – dipendente, professionista, freelance e imprenditore – più consapevole, libero di vivere e lavorare da remoto ovunque nel mondo. Attento alla qualità della vità, al benessere e sempre più sensibile ai temi della sostenibilità ambientale economica e sociale.

Guardando in una prospettiva più ampia, quello a cui stiamo assistendo è un cambio radicale di paradigma che posa le sue fondamenta sull’idea che il lavoro debba necessariamente essere associato a un luogo fisico.


Attrarre Lavoratori da Remoto e Nomadi Digitali è Una Grande Opportunità per il Nostro Paese!

Attrarre remote worker e nomadi digitali in Italia rappresenta una grande opportunità per differenziare l’offerta turistica tradizionale, ma anche per diffondere la cultura digitale e contribuire attivamente a ridurre il divario economico, sociale e territoriale tra nord e sud, tra aree industrializzate e marginalizzate del Paese.


Anche le Nostre Istituzioni Stanno Facendo la Loro Parte!

L’approvazione, nel marzo scorso, all’interno del Decreto “Sostegni-ter” (convertito in Legge) dell’emendamento che introduce ufficialmente nel nostro ordinamento giuridico la figura del nomade digitale, rappresenta una decisione importante e per certi versi rivoluzionaria, a testimonianza di come anche le nostre Istituzioni siano sensibili a questa tematica e stiano attivamente facendo la loro parte per attivare un processo di attrazione dei nomadi digitali nel nostro Paese.

Finalmente sarà permesso anche a remote worker e nomadi digitali provenienti da Paesi extra UE, di ottenere un permesso di soggiorno della durata di un anno (prorogabile per un ulteriore anno ed estendibile al proprio nucleo familiare) che permetterà loro di vivere e lavorare da remoto legalmente nel nostro Paese senza la necessità del nulla osta al lavoro.

Siamo solo all’inizio e in attesa di ulteriori direttive ministeriali che definiranno le modalità e i requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno, le soglie minime di reddito, le modalità di verifica dell’attività lavorativa e ulteriori dettagli sulle categorie di lavoratori ammesse….ma è pur sempre un passo importante e significativo!

Personalmente ritengo che questa sia una grande opportunità e un momento di svolta importante per il nostro Paese e, lasciamelo dire, anche di grande soddisfazione per chi da anni si sta impegnando attivamente per diffondere e promuovere questa nuova filosofia di vita e di lavoro in Italia.


Non Lasciamo Sfuggirci Questa Grande Occasione!

Ora che anche l’Italia ha scelto di entrare ufficialmente tra le nazioni desiderose di attrarre questa nuova generazione di lavoratori, professionisti e imprenditori più consapevoli e liberi di vivere e di lavorare ovunque, è di fondamentale importanza agire nel modo giusto e in modo sinergico per evitare di perdere questa grande occasione!

Questo impegno non riguarda soltanto le istituzioni, che dovranno continuare a fare la loro parte, ma tutti gli stakeholder coinvolti e interessati a questo nuovo mercato dal potenziale di indotto notevole. Solo così potremmo riuscire a superare la competizione di altri Paesi e accrescere il ruolo dell’Italia come main player a livello globale.

  • Non possiamo pensare ad esempio che per ottenere il visto, remote worker e nomadi digitali d’oltreoceano debbano perdersi tra norme farraginose e i meandri di una burocrazia pachidermica e lenta come la nostra!

  • Al tempo stesso dobbiamo essere consapevoli che, per soddisfare le esigenze di una tipologia di professionista-viaggiatore che ha richieste ed esigenze mediamente alte, non basti certo utilizzare le stesse metodologie, dinamiche e offerte utilizzate sino ad ora per attrarre viaggiatori, turisti tradizionali e vacanzieri nei nostri territori!

  • Per diventare attraenti e accogliere questa nuova generazione di professionisti liberi di vivere e di lavorare ovunque, è necessaria una visione condivisa e strutturata da parte dell’intero sistema Paese. Solo così riusciremo a creare le condizioni migliori affinché remote workers e nomadi digitali possano sentirsi accolti e apprezzati nei nostri territori.

  • Potremo sicuramente sopperire a delle mancanze, inevitabili quando ci si apre al cambiamento, ma solo se saremo in grado di coinvolgere attivamente le comunità che vivono nei nostri territori, ponendole al centro di un reale percorso di co-progettazione.

  • Per chi opera nell’industria del turismo e dell’ospitalità sarà fondamentale acquisire piena consapevolezza su chi siano realmente i “remote worker e i nomadi digitali” e quali sono loro le loro esigenze.

  • Dobbiamo essere in grado di fare rete per riuscire a progettare e comunicare un’offerta locale e nazionale uniforme, strutturata e coordinata. In grado di offrire prodotti e servizi studiati ad hoc per le esigenze specifiche di professionisti che vivono, lavorano e viaggiano in maniera completamente diversa rispetto alle generazioni precedenti.

Insomma il lavoro da fare è ancora tanto e come Associazione Italiana Nomadi Digitali, grazie al nostro network di professionisti abbiamo già da tempo iniziato a muoverci in questa direzione!


Nuovo Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia (2022)

Al fine di aumentare la consapevolezza intorno a questo fenomeno e capire quali siano realmente le esigenze e i bisogni di lavoratori, professionisti e imprenditori digitali che si muovono alla ricerca di luoghi e destinazioni in tutto il mondo dove è più dello vivere e lavorare da remoto, l’Associazione Italiana Nomadi Digitali ETS, dopo le prime indicazioni emerse dal “Primo Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia” pubblicate nel 2021 ha deciso di avviare nel mese di Marzo di quest’anno un nuovo sondaggio internazionale.

Obiettivo di questo sondaggio è comprendere quali siano le esigenze, le aspettative, le criticità, i servizi richiesti dai remote worker e indagare quali siano gli aspetti decisivi e strategici da considerare per fare dell’Italia una destinazione attraente e ospitale per lavoratori da remoto e nomadi digitali.

I risultati di questo sondaggio realizzato con il supporto di Airbnb, a cui hanno risposto oltre 2200 remote worker e nomadi digitali provenienti Paesi diversi del mondo, sono condivisi all’interno del nuovo report sul nomadismo digitale in Italia dal titolo: “Come Rendere l’Italia una Destinazione Attraente e Ospitale per Remote Worker e Nomadi Digitali” consultabile e scaricabile gratuitamente.


Sia personalmente che come Associazione ci impegneremo a portare il seguente report all’attenzione di istituzioni nazionali, amministratori ed enti locali, tavoli di lavoro, imprese (profit e no-profit) del settore pubblico e privato che si stanno, o vorranno, impegnarsi attivamente su queste progettualità.

Del resto qualcuno un giorno disse: “Chi vuol muovere il mondo, prima muova se stesso! (Socrate)”……E allora diamoci da fare!



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