Mollare Tutto e Riprendersi la Vita

Ti racconto perchè ho deciso di mollare un lavoro tanto sicuro quanto avvilente, per iniziare un viaggio alla ricerca della mia felicità.

Francesco Wil Grandis: Vagabondo del mondo e della vita dal 2009. Esperto di domande senza risposta e di balistica dei salti nel buio, molla un lavoro tanto sicuro quanto avvilente per iniziare la ricerca della Felicità, utilizzando il viaggio come strumento di crescita personale. Ex ingegnere, ex programmatore nomade, ora scrittore. Forse.

Pubblicato il: 13 Novembre 2013 | Categoria:

Era l’Agosto del 2009, all’inizio della crisi economica, quando ancora ci dicevano che sarebbe durata poco, te lo ricordi?

Io avevo un impiego a tempo indeterminato come ingegnere informatico, qui in Veneto. Un lavoro molto specializzato per uno stipendio troppo comune, con troppi straordinari, troppo stress, poche soddisfazioni, e ferie che non arrivavano mai. Quando mi confidavo con gli amici, confessando loro che stavo pensando di licenziarmi, mi sentivo rispondere che ero pazzo anche solo a pensarci, in quel periodo.

Ti suona familiare, per caso? Indovina un po’ com’è andata.

Mi sono licenziato lo stesso, ecco com’è andata.

Perché quando ti svegli un giorno e sei più vecchio di tre anni e non te ne sei nemmeno accorto; quando tutte le mattine ti alzi sbuffando e l’unica cosa che vorresti fare è tornare a dormire; quando il tempo che passa non ti lascia nient’altro che capelli in meno sulla testa e chili in più sulla pancia; quando ti rendi conto che la vita ti sta sfuggendo dalle mani, come sabbia tra le dita, e tutti attorno a te sembrano ripetere solo una cosa, ossessivamente, continuamente: “E’ così che funziona, la vita è questa, devi avere pazienza, vedrai che le cose si sistemeranno…”

Beh, in quel momento ci sono solo due cose da fare: o ci credi e torni a lavorare, o fai lo zaino e parti.

Io ho fatto lo zaino.

Sono partito nel Novembre dello stesso anno e ho speso tutti i soldi che avevo in un viaggio che mi ha cambiato la vita: il giro del mondo in solitaria, attraverso California, Argentina, Bolivia, Perù, Cile, Isola di Pasqua, Hong Kong, Thailandia, Giappone, Cina, Australia e Nuova Zelanda.

Sei mesi abbondanti, per un viaggio molto veloce, perché volevo vedere il più possibile, volevo imparare.

Sono stati i soldi meglio spesi della mia vita, perché in quel viaggio, in quella libertà, in quella solitudine, io avevo trovato il silenzio. Mi ero finalmente allontanato da tutte quelle voci che da sempre mi avevano urlato nella testa e facevano solamente baccano: le aspettative altrui, le consuetudini, le paure, il passato. In quella quiete riuscii finalmente a sentire la sola e unica voce che aveva il diritto di dirmi cosa fare.

La mia.

E quando parlò, mi disse una cosa che sapevo da sempre: io volevo essere felice, né più, né meno. Il resto erano solo dettagli.

Quando tornai in Italia, avevo un piano. Mi serviva un lavoro, ovviamente, ma un lavoro come dicevo io, che da un lato mi permettesse di mantenermi, ma dall’altro non mi togliesse la libertà di seguire la mia strada, una libertà che ormai mi era diventata necessaria come l’aria che respiravo.

Diventai nomade digitale.

Tornato in Italia, trovai grazie al web un lavoro come programmatore freelancer, e i miei primi clienti statunitensi apprezzarono fin da subito la qualità del mio lavoro, e finalmente fui retribuito in modo onesto per il mio tempo e la mia specializzazione.

Ma io non ero avido di denaro: ero avido di vita! Decisi, anche contro il desiderio dei miei clienti, che mi bastava lavorare solamente quattro ore al giorno, e che avrei dedicato il resto del tempo a me stesso, alla mie passioni e alla mia Ricerca.

Lavorando in questo modo avevo praticamente annullato lo stress. Organizzandomi da solo gli orari mantenevo la mia efficienza ai massimi livelli, e in quelle quattro ore al giorno, seduto alla scrivania di casa, ero più produttivo che in tutta una giornata d’ufficio.

Ripartii.

Le tappe successive furono Isole Canarie, Sud America, Ungheria, India, Nord Europa. Quasi nove mesi di viaggio e di lavoro nomade in meno di tre anni.

Con il mio fedele portatile nello zaino, lavorando da ostelli, alberghi, aerei, autobus, ovunque. E’ facile organizzare venti ore di lavoro a settimana, quando tutto quello di cui hai bisogno è una presa elettrica e una connessione ad internet.

E in quegli anni sono cresciuto, sono maturato, ho imparato innumerevoli cose sul mondo, sulla vita e su di me. Ho marciato a grandi passi lungo il cammino che forse un giorno condurrà alla mia Felicità, ma senza perdermi nessuna occasione di guardare semplicemente il panorama, di gustarmi ogni deviazione, spinto da nessun’altra forza che da me stesso.

E ora che sono tornato dall’ultimo viaggio, sono pronto e deciso ad un altro salto nel buio.

Basta programmare, quel mondo mi ha dato molto finora ma ormai si è esaurito. Adesso voglio raccontare storie. Facendomi conoscere attraverso internet, voglio scrivere, voglio fare foto, voglio comunicare la mia esperienza agli altri, a tutti quelli che si sono sentiti soli e disadattati, a tutti quelli che stanno cercando qualcosa senza sapere cos’è, a tutti quelli che non hanno ancora perso la speranza di poter vivere meglio.

Ecco perché in questo momento tu stai ascoltando le mie parole, amico. Io volevo donarti la mia storia, e tu la stavi cercando.


Sulla Strada Giusta – il Libro di Francesco Will Grandis

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Il racconto di un percorso di vita, lontano dalla gabbia di un lavoro sicuro, attraverso il mondo, verso la felicità.


Francesco:“Il sentiero che mi ha portato fin qui è stato lungo e a volte difficile, ma mi ha dato tanto. Io non sono un “arrivato”, solo un uomo in cammino, ma forse le mie esperienze potrebbero essere di ispirazione a chi si trova ad affrontare un percorso simile.”


LO VOGLIO LEGGERE