Crearsi Un Lavoro Portatile: Cosa Ti Serve?

In questo post voglio condividere la mia esperienza e i miei consigli personali per crearsi un lavoro portatile partendo da quello che a te piace fare veramente.

Claudia Landini: Vivo all’estero da 30 anni, ho lasciato un po’ di cuore in Africa, in America Latina, a Gerusalemme e molto poco a Giacarta. Ora vivo e lavoro da Ginevra come coach e formatrice interculturale. Adoro scoprire nuovi paesi, culture sconosciute e comunicare con chi vuole ampliare la sua esperienza di vita. Il mio progetto più riuscito: due splendidi figli cittadini del mondo.

Pubblicato il: 22 Marzo 2016 | Categoria:

Nei vari post che ho scritto per Nomadi Digitali, ho spesso fatto riferimento alla mia carriera portatile perché credo molto alle lezioni che si traggono dalle esperienze personali.

Oggi vorrei ripercorrerne con te le tappe più importanti e spiegarti cosa mi è servito e su cosa ritengo necessario focalizzarsi nella costruzione di un nuovo progetto di lavoro, possibilmente mobile.

Da giovane ho studiato cose che ho poi scoperto non amare in ambito lavorativo. La mia vita ha comunque subito un totale cambiamento quando ho deciso di seguire mio marito all’estero. Inizialmente ho lavorato un po’ nell’umanitario e nell’insegnamento, fino ad accantonare completamente il lavoro per dedicarmi a tempo pieno ai miei figli.

Quando sono diventati grandi e ho potuto ricavarmi un po’ di tempo, ho deciso di ricominciare a lavorare e mi sono completamente riciclata in qualcosa di nuovo. Ho accantonato la mia specializzazione originale (traduttrice e interprete) e sono diventata formatrice interculturale.

Nel far questo ho seguito le mie passioni e valutato la mia esperienza: mi era chiaro che quello che mi piaceva era assistere gli espatriati nei loro spostamenti e soprattutto ero consapevole di avere accumulato una conoscenza e una pratica fuori dal comune nel cambiare Paesi.

Al di là della mia esperienza di vita, non avevo alcun titolo o riconoscimento ufficiale che mi permettesse di propormi in quell’ambito. Ho dunque ricercato un tipo di formazione adatta a quello che volevo fare e l’ho seguita coscienziosamente.

Ho fatto con un corso online con l’Università di Firenze, ma mi sono resa conto presto che avevo bisogno anche di strumenti pratici. Così sono andata ad Amsterdam per partecipare in presenza a una formazione di qualche giorno sulla comunicazione interculturale.

Scelta la professione e completata la formazione, si è presento il problema di trovare clienti per i miei servizi. Sono partita esclusivamente dai miei contatti personali. Avevo girato tanto e da anni gestivo, in maniera del tutto volontaria, delle reti di appoggio per le donne espatriate, quindi avevo una solida rete di contatti a molti livelli. Questi contatti erano tutti costituiti da persone che mi avevano incontrata o che avevano avuto a che fare con me in rete e che quindi mi conoscevano e si fidavano.

Dopo essere riuscita a dare il mio primo seminario di formazione interculturale, è stato più semplice per me propormi anche a clienti esterni o a persone che non conoscevo, perché potevo vantare un’esperienza concreta, anche se minima.

lavoro-interculturale

Il passaparola ha funzionato a meraviglia e nel giro di poco mi sono trovata a lavorare per un’agenzia statunitense nell’accoglienza di espatriati in arrivo a Lima, in Perù, dove vivevo in quel momento, e a collaborare con persone che avevano sentito parlare di me e dei miei seminari.

Purtroppo poi è arrivato il momento di lasciare il Perù, perché il contratto di mio marito era scaduto, e mi sono ritrovata a Gerusalemme, dove ho capito molto rapidamente che lavorare in ambito interculturale era pressoché impossibile, per via della situazione politica molto intricata.

Ho dovuto quindi ricorrere a tutta la mia flessibilità per trovare il modo di mantenere in vita la mia professione. Ho deciso di approfittare di quel momento di stallo per formarmi come coach, una cosa che mi aveva sempre attirata e speravo potesse dare un respiro più ampio alla mia professionalità.

E infatti così è stato. Dopo un anno e mezzo di formazione online, ho conseguito il certificato di life coach, e ho cominciato a esercitare negli ambiti che più mi interessano: assistenza agli espatriati e costruzione di carriere portatili.

Dopo il mio trasferimento a Jakarta, e grazie al mio profilo Linkedin, ho ripreso a lavorare anche in presenza come formatrice interculturale. Oggi lavoro sia on che offline, facendo esattamente quello che mi più mi entusiasma.

Naturalmente sono tanti gli aspetti che andrebbero approfonditi e ci possono essere differenze importanti a seconda della vita di ognuno e del suo settore di lavoro, ma sono sicura che le cose che han funzionato per me, sono importanti per qualsiasi tipo di carriera.

Te le riassumo:

  • Quando devi scegliere un nuovo progetto di carriera, chiediti: “cosa mi piace veramente fare? Cosa non mi stanco mai di fare?” e “cosa so davvero fare? Cosa ho imparato bene?”
  • Scegli la giusta formazione: oggi ci sono migliaia di offerte sia on che offline, ed è difficile valutarne il valore e l’effettiva utilità nel campo del lavoro. Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno per esplorare bene le opzioni, parla con le persone che si sono già formate, e chiediti sempre se quella formazione farà davvero la differenza per quello che vuoi fare. Cerca di equilibrare studio online con pratica offline, e qualsiasi cosa tu scelga, falla con impegno e passione.
  • Quando cominci, fallo dai tuoi contatti personali. Le persone che ti conoscono si fidano di te, sia per comprare i tuoi servizi che per raccomandarti a terzi.
  • Adoperati per accumulare almeno un’esperienza pratica nell’ambito in cui ti lanci: ti darà sicurezza e mostrerà ai tuoi potenziali clienti che sei già attivo nel tuo business.
  • Affidati con fiducia al passaparola e cerca di attivarlo più che puoi. Nessuno ti vieta di chiedere esplicitamente ai tuoi clienti che sono stati soddisfatti dei tuoi servizi, di spargere la voce intorno a loro o di tenerti sempre presente se sentono qualcuno che ha bisogno dei servizi che tu offri.
  • Sii flessibile. Anche se a volte è necessario operare dei cambiamenti di rotta o scendere a compromessi, non perdere di vista l’obiettivo principale e approfitta di ogni occasione per rigenerarti e rendere la tua carriera ancora più creativa.
  • Non smettere di formarti e di acquisire nuovi strumenti professionali. Creati sempre nuove mete.
  • Specializzati in quello che conosci bene, che ami e in cui hai avuto tanta esperienza.
  • Usa Linkedin e mantieni aggiornato il tuo profilo.
  • Spero che questi miei consigli possano esserti minimamente di aiuto e che anche tu possa crearti un lavoro portatile partendo da quello che a te piace fare veramente.


    Foto credit: Shutterstock


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