Come Superare la Paura di Cambiare Vita e Lavoro

Ecco qualche consiglio pratico per aiutarti a superare la paura di cambiare vita e lavoro e lanciarti in un nuovo progetto.

Claudia Landini: Vivo all’estero da 30 anni, ho lasciato un po’ di cuore in Africa, in America Latina, a Gerusalemme e molto poco a Giacarta. Ora vivo e lavoro da Ginevra come coach e formatrice interculturale. Adoro scoprire nuovi paesi, culture sconosciute e comunicare con chi vuole ampliare la sua esperienza di vita. Il mio progetto più riuscito: due splendidi figli cittadini del mondo.

Pubblicato il: 23 Maggio 2014 | Categoria:

Da quando ho cominciato i miei programmi di coaching e i miei corsi online per aiutare a crearsi nuove carriere e nuovi scenari di vita, mi sono resa conto in maniera molto netta del fatto che il fattore numero uno che frena qualsiasi cambiamento è la paura di fallire.

Ce ne sono poi tanti altri, più o meno presenti a seconda dei casi, ma la paura di fallire è in assoluto il principale, ed è quello che spesso fa rinunciare in partenza a qualsiasi tipo di progetto o anche solo di sogno.

Con questo post vorrei fare un po’ di “coaching a distanza” e analizzare insieme a te, cosa c’è dietro alla paura, ma soprattutto vorrei spiegarti perché secondo me non ha senso averne.

Cosa C’è Dietro alla Paura

#Fattore n°1: Non Avere Elementi per Disegnare lo Scenario Futuro.

La situazione classica è quella in cui non siamo contenti di quello che stiamo facendo o di come o dove stiamo vivendo e da dentro, cominciamo a sentire una spinta verso il cambiamento.

Cambiamento che si profila sempre in contrapposizione con la situazione che ci crea disagio, es:

  • sto male sul lavoro = cambio lavoro;
  • sto male in Italia = vado a vivere all’estero, etc.

La prima tendenza dunque è quella di figurarsi uno scenario opposto o comunque diverso da quello che vogliamo cambiare, ma spesso anche immaginare qualcosa diventa difficile se non abbiamo gli elementi per disegnare uno scenario futuro.

E questo è il primo fattore che dà vita alla paura.

Vederci all’estero, o in un lavoro completamente diverso da quello che svolgiamo e per cui ci siamo formati, significa fare un salto nel buio, anche solo con la mente.

L’immagine che vediamo davanti a noi risulta un po’ sfuocata e, anche se è normale che così sia, ci spaventa l’idea di investire tempo, energie e magari anche soldi, per qualcosa che noi stessi non riusciamo a vedere chiaramente.

#Fattore n°2: Investire in Qualcosa che Non è Sicuro

Mi allaccio qui a un secondo importante fattore: l’investimento di tempo, soldi ed energie in qualcosa di futuro e di solo immaginato.

Viviamo in un’epoca nella quale ogni bene è razionato: il tempo non basta mai, i soldi scarseggiano e le energie sono tutte impegnate nel reagire alle mancanze citate.

Costruire un progetto che implica un grosso cambiamento significa investire una grande quantità di tutte e tre le cose. Sapendo però che la garanzia che tutto avvenga come vogliamo noi non ce la può dare nessuno.

E qui entra in gioco il terzo fattore che aumenta la nostra paura, ovvero la mancanza di autostima.

#Fattore n°3: Mancanza di Autostima

Quante volte ho sentito persone che mi dicevano “ho paura di non essere in grado, di non riuscire a farmi conoscere, di non avere le giuste capacità”.

Finché ci muoviamo nella nostra zona conosciuta, in un recinto familiare e noto, non c’è ragione di pensare che non siamo capaci di fare le cose: in fondo conosciamo la nostra vita e le nostre situazioni perché da tempo ci mettiamo alla prova dentro di esse e abbiamo dunque raggiunto la sicurezza, che viene dal ripetere le azioni e dall’accumulare successi.


Perché Dovresti Mettere da Parte la Paura.

Prova a fermarti a pensare a cosa aumenta la tua autostima:

  • Fare qualcosa per gli altri?
  • Portare a termine con successo un incarico di lavoro?
  • Cucinare un buon piatto?
  • ……oppure?

Qualsiasi sia la cosa, sicuramente hai raggiunto risultati ottimali solo con il tempo e l’allenamento, prendendo atto di cosa andava migliorato, di quali aspetti ti erano più facili e quali più indigesti, etc.

Perché non dovrebbe avvenire lo stesso con il tuo nuovo progetto?

Un nuovo lavoro si impara, una cultura estera, anche.

Se ti proietti in un’attività che ti vede manager di te stesso, alle prese con la gestione di più aspetti professionali allo stesso tempo (come spesso avviene per chi sceglie di essere freelance): occuparsi del lavoro, capire il mercato, promuoversi, pubblicizzarsi, scoprire come funzionano le tasse e tenere la propria contabilità, concentrati sempre su qual è la molla che ti motiva e ti spinge ad andare avanti.

Se vuoi cambiare vita o lavoro o paese è perché quello che hai sotto mano in questo momento non ti rende contento, è logico quindi pensare che tu tenda a una situazione in cui sei più soddisfatto e ti senti più realizzato, in altre parole, una situazione in cui fai quello che ti piace e vivi dove ti senti bene.

Non credo sia necessario che io ti dica che la forza, determinazione ed energia che vengono dal fare le cose che davvero ci piacciono e amiamo, non hanno pari.

Quindi fermati un momento a pensare a questo: perché non dovresti essere bravo in una nuova cosa? Se ti manca la giusta formazione, saprai procurartela, per il resto non ci sono davvero motivi che ti facciano pensare che non sarai bravo in quello che vuoi affrontare, fintanto che sarà quello che davvero vuoi e ti piace fare.

Certo, il discorso degli investimenti è un po’ diverso, perché sappiamo bene che si può essere bravi in tante cose, ma se mettiamo la nostra bravura alla prova in un mercato saturo, in un contesto ostile o durante una forte crisi economica, rischiamo davvero di dover far marcia indietro.

E dunque cosa fare per ridurre al minimo il rischio di dover rinunciare a un progetto nel momento in cui ci abbiamo investito tanto?


Come Ridurre al Minimo il Rischio di Dover Rinunciare a Tuo Progetto

Innanzitutto ti consiglio di spezzare, se possibile, il progetto in fasi piccole e più facilmente gestibili.

Questa è una buona regola in ogni contesto nuovo che ci troviamo ad affrontare: spezzare, suddividere in situazioni, punti o fattori ridotti, che possono essere presi e gestiti singolarmente e in sequenza, ti aiuta a ridurre la dispersione di energie e di tempo, e magari, anche a fare un uso più oculato delle tue risorse monetarie.

Credo poi che sia inutile dirti che più ricerche fai, più contatti prendi, più informazioni e dati reperisci circa la fattibilità del tuo progetto o circa il paese dove intendi trasferirti, meno rischi di andare incontro a un fallimento, perché prima di passare all’effettiva fase di lancio (o di partenza), avrai raccolto una serie di dati concreti che ti aiuteranno a proiettarti in maniera più realistica.

Certo, non tutti, anzi, quasi nessuno può permettersi delle costose e raffinate ricerche di mercato, ma ci sono tanti altri modi per reperire informazioni e assicurarsi di procedere nel modo giusto – i contatti, non mi stancherò mai di dirlo, sono la primissima fonte da tenere in considerazione.

Per quanto riguarda poi la gestione monetaria, penso che sia anche importante preparare sempre un piano B, e magari anche C, che prenda ben in considerazione proprio la questione della liquidità e degli investimenti.

Fai in modo, cioè, di crearti la certezza che anche se qualcosa andrà storto, avrai sempre una via d’uscita per evitare situazioni estreme e frustranti dal punto di vista pratico.

I fallimenti si possono gestire emotivamente se ci si è assicurati che materialmente non ci si ritroverà in situazioni disastrose.

Già che ci sono spendo un momento sulla parola fallimento, che viene sempre e automaticamente associata al crack finanziario e per questo risulta ancora più carica di negatività e mette paura.

A me personalmente non piace proprio per questo, preferisco sostituirla con “cambiamento” o “alternativa”. C’è una bella differenza tra il dire “il mio progetto è fallito” e “ho cambiato idea sul mio progetto” oppure “ho deciso di prendere in considerazione un’alternativa”.

Tutti questi elementi che ho esposto dovrebbero concorrere a ridurre la paura che senti di fronte al nuovo: una gestione più organizzata e organica, una ricerca se necessario lunga e ben approfondita, una rete di sostegno vasta e solida e un’alternativa nel caso che qualche fattore che non puoi controllare intervenga a cambiar le carte in tavola.

Collego quanto ho appena detto al primo punto che avevo considerato: la paura che ci viene dal lanciarci nell’ignoto. Tutto quello che non conosciamo, che non riusciamo a figurarci, che non dominiamo semplicemente perché ancora non è accaduto e quindi non esiste, contiene un elemento di rischio che ci fa paura.

Ma non devi dimenticarti che se vuoi creare qualcosa di nuovo è perché stai tendendo a un miglioramento – qualunque esso sia – ed è quindi logico pensare che andrai verso qualcosa che non può essere peggio di quello che intendi lasciare.

Per rafforzare la tua convinzione e combattere la paura, oltre a tutti i punti sopracitati, è bene ricordarsi sempre che ogni cambiamento genera energia, positiva in questo caso, perché sei tu all’origine del cambiamento, sono le tue vere passioni che vogliono essere vissute, sono i tuoi valori di fondo che ti chiedono di emergere.

E’ vero, vai verso qualcosa di ignoto, ma è un ignoto che costruisci tu.

Una volta che hai preso atto del fatto che ci sono dei fattori che non controlli (e questo è vero per tutto, anche la situazione che stai vivendo al momento attuale), concentrati su quello che invece puoi gestire tu: le tue passioni, la tua forza, la tua spinta verso il cambiamento, le tue solide motivazioni, la tua esperienza, la tua creatività, la tua pazienza, e chissà quante altre cose ancora.

Ma soprattutto concentrati sul fatto che vai verso un progetto che in cui tu sei il regista e il protagonista. E la potenza che scaturisce da questo pensiero è sicuramente più forte di tutte le paure.

E tu?

Qual è la tua paura più grande?

Quali sono i dubbi che ti assalgono quando pensi a come cambiare in meglio la tua vita o come iniziare un nuovo progetto di vita?



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