Perché Diventare Nomadi Digitali e Scegliere il Mondo Come Ufficio?

Lavorare e collaborare da remoto spostandosi per il mondo, oltre ad essere una straordinaria esperienza di vita è anche un’opportunità concreta per essere più produttivi, più motivati e più soddisfatti del nostro lavoro.

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Alberto Mattei: Sono il fondatore di Nomadi Digitali. Un progetto di comunicazione collaborativo e autofinanziato che nasce nel 2010 con l'obiettivo di diffondere anche in Italia la cultura del lavoro da remoto e del nomadismo digitale. Il mio obiettivo? Crescere un movimento di persone più libere e più felici per rendere il nostro mondo un posto migliore.

Pubblicato il: 22 Maggio 2018 | Categoria:

“Il lavoro da remoto e il nomadismo digitale sono, e saranno, tra i trend più importanti del prossimo decennio!”

A testimoniarlo è uno studio dal titolo: The Future 100: Trends and Change to Watch in 2018, condotto della famosa agenzia statunitense di ricerca J. Walter Thompson Intelligence.

Ora, se da una parte il lavoro da remoto è una modalità di lavoro sempre più diffusa (anche in Italia), dall’altra c’è ancora molta confusione e un po’ di mistero sulla figura del nomade digitale.

La definizione tradizionale di ‘nomade digitale’ lo descrive come una persona indipendente da una posizione geografica specifica, che utilizza la tecnologie digitali per svolgere il proprio lavoro ovunque si trovi. Tuttavia, questa definizione è ancora un po’ sfuocata e sta influenzando il modo in cui le persone si identificano con il termine “nomade digitale” e con quello di approcciare a questa nuova tendenza del lavoro da remoto
– Maria e Guillaume, Co-Fondatori di NomadPass –


Chi Sono Realmente i Nomadi Digitali?

Nell’immaginario collettivo la figura del nomade digitale viene sempre associata a quella del Millennial (i nati tra il 1981 e il 1996), dunque giovane, quasi sempre single, che decide di mollare tutto per intraprendere un stile di vita errante, inseguendo il sogno di guadagnare online e di vivere costantemente in giro per il mondo.

Seguendo questa visione un po’ bohémien, alimentata delle tante immagini stereotipate che ogni giorno vengono condivise sui social network, essere nomade digitale assume più il sapore del vivere sempre in vacanza. Una soluzione per trasformare la fatica del lavoro in spasso, divertimento e avventure esotiche, piuttosto che in un’opportunità concreta di costruirsi una carriera professionale lavorando da remoto e uno stile di vita più libero, che ci permettano di essere più felici e di vivere meglio!


Sorpresa!

Per molti potrebbe essere una sorpresa sapere che, a differenza delle etichette, la maggior parte dei nomadi digitali non è fatta di giovani “under 30”, non vive costantemente in giro per il mondo con uno zaino sulle spalle, non è composta solo da single e non lavora esclusivamente come freelance.

Nel maggio del 2016 (e sono passati già due anni!) sono stati infatti pubblicati i dati di un’indagine condotta su un campione di oltre 500 nomadi digitali in tutto il mondo che contribuisce a sconfessare questa convinzione.

Da questa indagine è emerso infatti che solo il 29% di loro ha un’età compresa tra i 26 e 30 anni, mentre il 33% dei nomadi digitali ha più di 30 anni (31-36 anni) e, sorprendentemente, il 18% ha un’età compresa tra 37 e i 45 anni, oltre ad un 5% di età compresa tra i 45 e i 70 anni.

La maggior parte degli intervistati (64%) ha dichiarato inoltre di non svolgere un lavoro da freelance, di non essere costantemente in viaggio, ma di fermarsi a lungo in un paese (alcuni mesi) e di mantenere sempre una “base” dove poter fare ritorno.

Leggendola in questi termini l’aspirazione dei nomadi digitali è più legata al desiderio di libertà e di indipendenza che non a quella viaggiare dell’essere “un nomade”.

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Un Movimento Globale

Quello dei nomadi digitali è un movimento globale in crescita e in evoluzione continua, composto da un insieme eterogeneo di persone e di professionisti di età diversa e proveniente da ogni parte del mondo.

Un movimento che comprende: freelance, imprenditori ma anche dipendenti di aziende, che, grazie al lavoro da remoto e alle tecnologie digitali, si sono conquistati la libertà di poter vivere e di poter lavorare da luoghi diversi del mondo, ognuno seguendo le proprie motivazioni, esigenze e ambizioni personali.

Non esiste pertanto un modo “giusto” o “sbagliato” di essere un nomade digitale, semplicemente ci sono tanti modi diversi di lavorare in remoto e di vivere da nomade digitale.

Grazie alla crescita continua delle opportunità di carriera e di lavoro da remoto, all’evoluzione della tecnologia digitale, alla nascita di spazi di co-working e di co-living in tutto il mondo, questo stile di vita “indipendente da una posizione geografica specifica”, è infatti diventata una scelta per migliaia di persone in tutto il mondo.


Ma Quanti Sono i Nomadi Digitali nel Mondo?

Quello dei nomadi digitali è un trend in crescita esponenziale.

Anche se non si hanno dati e numeri precisi, si stima che entro il 2035 a livello globale saranno oltre un miliardo coloro che sceglieranno di slegarsi dai vincoli del lavoro tradizionale, per costruirsi una carriera di lavoro da remoto e conquistarsi la libertà di poter vivere e lavorare ovunque.

In questa presentazione “Il futuro dei nomadi digitali”, Pieter Levels, startupper olandese fondatore di NomadList, spiega in maniera divertente e interessante come il lavoro da remoto trasformerà il mondo nei prossimi 20 anni.

Ciò che rende questa presentazione così interessante e avvincente è che unisce tendenze sociali, demografiche e tecnologiche per spiegare perché ci saranno sempre più nomadi digitali nei prossimi anni.


Perché Sempre più Persone nel Mondo Scelgono di Diventare Nomadi Digitali?

Lavorare senza vincoli di spazio significa poter scegliere il luogo da cui lavorare e al tempo stesso, avere l’opportunità di fare nuove esperienze, conoscere nuovi paesi e culture, sperimentare nuovi modi di vivere che ci facciano sentire più liberi e più felici.

Non solo. Lavorare da remoto da luoghi diversi, oltre ad essere una straordinaria esperienza di vita, è anche un’opportunità concreta per tornare ad essere più produttivi e più soddisfatti del nostro lavoro e del nostro stile di vita.

“Permettere alle persone di lavorare da remoto da qualsiasi parte del mondo, significa promuovere la qualità della vita e, per chi fa impresa, avere accesso ai migliori talenti del mondo, ovunque essi si trovino”.

Un altro vantaggio legato al fenomeno del nomadismo digitale, è la possibilità per le aziende che adotteranno il “remote working” come modalità primaria di lavoro, di poter accedere alle migliori risorse umane e ai migliori talenti del mondo indipendentemente dal luogo o dal paese in cui essi si trovano, senza così doverli reperire o averli disponibili a livello locale.

Sono sempre di più nel mondo le aziende “Remote-Friendly” dove ognuno è libero di lavorare dal posto che preferisce.


Ma Perché Lavorare in Remoto da Nomadi Digitali Può Aumentare la Nostra Produttività?

” Il lavoro da remoto porta con sé una rivoluzione nella stanzialità umana. Dopo una rincorsa di secoli verso la stanzialità, abbiamo ricominciato, piuttosto improvvisamente, a riscoprirci nomadi… Nomadi Digitali per l’esattezza…

Avere la libertà di potersi spostare altrove e di scegliere il mondo come ufficio può sembrare un paradosso per chi ha sempre ricercato la felicità nella stanzialità, la sicurezza e la stabilità nel posto fisso di lavoro e ha sempre considerato l’ufficio come il luogo di lavoro ideale!

La verità è che al di là dei soliti luoghi comuni riguardo la flessibilità e il fatto che il posto fisso e garantito non esista più, è l’idea stessa di lavorare per tutta la vita seduti dietro la stessa scrivania, o nella stessa azienda, a non essere più attuale e nemmeno quello a cui oggi la maggior parte delle persone aspira.

I dati di un’indagine della Gallup del 2013 (l’organizzazione internazionale leader nella raccolta e analisi di dati su scala mondiale) lo confermano: il 63% dei dipendenti manca di motivazione e ha scarso interesse al raggiungimento degli obiettivi e risultati aziendali. E si va oltre: il 24% dei lavoratori dipendenti è completamente insoddisfatto, improduttivo e rischia di diffondere negatività ai colleghi.

Impossibile non chiedersi cos’è che rende le persone così infelici del proprio lavoro!

La verità è che moltissime persone avvertono sempre più impellente il bisogno di slegarsi dalla rigidità e dai vincoli imposti dal lavoro tradizionale, dall’obbligo di una fisicità fissa, di orari prestabiliti e obblighi di presenza.

I giovani in particolare avvertono una forte spinta interiore verso la realizzazione di progetti personali, sentono il bisogno di mettersi alla prova, di fare esperienze internazionali, di crescere personalmente e professionalmente, di conoscere nuove realtà e connettersi con altre persone.

Il lavoro da remoto ha rafforzato questa tendenza, perchè lavorare da remoto non vuol dire solo lavorare da casa, ma vuol dire poter lavorare da ovunque.

«Siamo una generazione che può vivere il mondo lavorando e contemporaneamente mettersi alla prova, crescere, conoscere persone simili, connettersi con nuove realtà locali: cosa ci deve frenare a farlo?»Michael Youngblood Co-founder Unsettled

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Perchè lavorare da remoto come nomade digitale, oltre ad una bellissima esperienza di vita, può aiutarci a tornare ad essere più produttivi e più soddisfatti del nostro lavoro?

#1 Libertà

La motivazione principale che oggi spinge sempre più persone a liberarsi dai vincoli di un lavoro tradizionale e a lavorare da remoto, è prima di tutto la voglia di sentirsi più liberi.

Liberi di poter organizzare la propria vita, liberi di poter esprimere il proprio talento, liberi di poter scegliere il luogo e il tempo da dedicare al lavoro, modellandoli in base al proprio stile di vita ideale e alle proprie necessità.

Questo significa che per molti la libertà è un valore importante.

Per esser pienamente soddisfatti e dare il massimo di noi stessi dovremmo vivere e agire sempre allineati con i nostri valori guida. Se la libertà è un valore importante, dovremmo vivere esperienze che ci facciano sentire realmente liberi di uscire dalla routine che rischia di soffocare ciò che siamo e ciò che vorremmo essere.

Vivere sempre nello stesso luogo, lavorare chiusi per 8-10 ore al giorno nello stesso posto, che sia in casa o in ufficio in questo caso non fa molta differenza, non è certo il modo migliore per alimentare il nostro bisogno di libertà.

Al contrario: muoversi attraverso luoghi diversi, viaggiare dentro e fuori dai nostri confini fisici e mentali, prendersi del tempo durante il giorno per soddisfare le nostre esigenze personali, confrontarsi con culture diverse, sviluppare nuove relazioni abilitanti in luoghi che facilitano questo processo, è il modo migliore per sentirci più liberi.

Assecondare il nostro bisogno di libertà farà aumentare di molto la nostra autostima e questo ci farà sentire più sicuri e più bravi in ​​quello che facciamo.

Forse il motivo più importante per cui siamo più produttivi quando ci muoviamo tra gli spazi è semplicemente che ci stiamo muovendo. – Ron Friedman psychologist and the author of “The Best Place to Work”

#2 Felicità

Esiste una chiara e netta connessione tra felicità e produttività.

E’ dimostrato che benessere, felicità, emozioni positive possono aumentare la qualità e la quantità della produttività al lavoro.

Quando si parla di felicità al lavoro ci sono tantissimi aspetti diversi che vanno presi in considerazione. Quello dei luoghi e degli spazi dove lavorare è senz’altro uno tra questi.

La verità è che per aumentare la nostra produttività e per vivere meglio, noi dovremmo lavorare sempre in quei luoghi in cui ci sentiamo più felici.

Il lavoro in remoto ci offre l’opportunità di lavorare ovunque. Facendolo da nomade digitale abbiamo la possibilità di poterlo fare spostandoci altrove, se e quando ne sentiamo il bisogno.

La casa, lo spazio di coworking, il mare, la montagna, la campagna, la città, questi luoghi felici non sono statici ma sono mutevoli in base al ciclo che noi stiamo vivendo.

Essere nel posto giusto al momento giusto significa saper ascoltare di cosa abbiamo bisogno in quel momento per stare bene a nostro agio, in armonia con noi stessi e con il contesto che ci circonda. In questo caso la natura e l’ecosistema in cui ci immergiamo possono essere una grandissima risorsa (a volte lo dimentichiamo) se usata nel modo giusto.

Pensa per un attimo ai luoghi in cui in passato ti sei sentito particolarmente bene. Questo inizierà a darti un’idea di quale potrebbero essere i posti da cui potresti lavorare meglio ed essere più felice e più produttivo.

In questo lo studio della startup TinyPulse: What Leaders Need to Know About Remote Workers, sebbene sia stato pensando per dirigenti di azienda, emergono dati statistici molto interessanti su come le persone che lavorano in remoto sono in generale più felici e più produttive.

#3 Creatività

La creatività è una competenza di cui oggi non possiamo più fare a meno.

Il mondo del lavoro attuale ha bisogno di figure professionali che riescano a unire pensiero creativo e tecnologia, in settori diversi ma sempre più collegati tra loro.

Nel gennaio del 2016 il World Economic Forum ha pubblicato un report intitolato “The Future of Jobs and Skills“ presentando le competenze che, da qui al 2020, diventeranno indispensabili nel mondo del lavoro.

Ai primi tre posti troviamo: complex problem solving (capacità di agire autonomamente per la risoluzione di problemi), pensiero critico e creatività.

Psicologi e neuroscienziati hanno dimostrato che muoversi attraverso luoghi diversi, viaggiare, interagire con nuove persone e nuove culture è un passo abilitante per sviluppare nuove idee, alimentare la nostra creatività e sviluppare il pensiero critico.

Il motivo è semplice: la creatività è connessa con la neuroplasticità, ovvero con la capacità del nostro cervello di modificarsi. I percorsi neurali sono influenzati dall’ambiente e alle abitudini, il che significa che sono anche sensibili al cambiamento.

Nuovi paesaggi, nuovi suoni, odori, linguaggi, sapori, nuove sensazioni e punti di vista, scatenano diverse sinapsi nel nostro cervello e hanno la capacità di rivitalizzare la nostra mente. La creatività migliora solo attraverso l’immersione, il coinvolgimento e l’adattamento a nuove esperienze.


Questi sono i tre motivi principali per cui lavorare da remoto, muovendoci attraverso luoghi diversi puoi aiutarci ad essere più produttivi e più soddisfatti del nostro lavoro e del nostro stile di vita.

Ma c’è un altro aspetto importante che necessariamente dobbiamo prendere il considerazione perché questo rientra nei bisogni di ogni essere umano ed è la necessità di creare relazioni costruttive e abilitanti,

E’ necessario quindi sviluppare un nuovo paradigma che ci permetta sentirci a casa in luoghi diversi, di fare tutto questo in modo semplice, attivando il potere della relazione come motore di tutto.

Oggi fortunatamente lo stare insieme e anche muoversi non è più legato ad un gruppo chiuso e statico di persone, ma ad un gruppo fluido che si espande e si muove. E’ il movimento dei nomadi digitali!



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