I Rischi di Affidare il Tuo Lavoro e la Tua Carriera ai Social Network

Influencer, Youtuber, Instagrammer, professionisti e aziende. Sono sempre di più le persone che al giorno d'oggi decidono di affidare ai social network il proprio lavoro e la propria carriera. Ma siamo realmente consapevoli dei rischi che questo comporta?

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Alberto Mattei: Sono il fondatore di Nomadi Digitali. Un progetto di comunicazione collaborativo e autofinanziato che nasce nel 2010 con l'obiettivo di diffondere anche in Italia la cultura del lavoro da remoto e del nomadismo digitale. Il mio obiettivo? Crescere un movimento di persone più libere e più felici per rendere il nostro mondo un posto migliore.

Pubblicato il: 8 Dicembre 2019 | Categoria:

Nell’ambito delle nuove professioni emergenti del mondo digital, non si possono non considerare i vari Influencer, Youtuber e Instagrammer che, nel contesto del marketing e della comunicazione online, sembrano oggi dominare la scena globale.

Tutti ne parlano, le aziende li cercano, le agenzie di marketing e digital advertising li corteggiano e vengono persino studiati all’Università. Sono molti, anche in Italia, i ragazzi che oggi sognano di diventare una star dei “social network”. L’effetto emulazione esiste e rischia di contaminare sempre più persone alla ricerca di visibilità e di percorsi professionali alternativi a quelli tradizionali.

Se poi ai vari Influencer, Youtuber e Instagrammer, aggiungiamo un numero sempre crescente di professionisti, giovani e meno, che affidano il proprio lavoro, la propria visibilità e il proprio business alle grandi piattaforme, come Facebook, Instagram e Youtube (quest’ultima di proprietà di Google) il quadro che si delinea è abbastanza chiaro! Viviamo in un mondo dominato dai social network.


Ma Quali Sono i Rischi Professionali e Personali a Cui Ci Esponiamo?

Prima di iniziare, sgombero subito il campo da possibili fraintendimenti: non ho nulla in contrario sull’utilizzo di queste piattaforme, né tanto meno nello sfruttarne le opportunità che ci offrono (io stesso lo faccio quotidianamente). Credo però che sia altrettanto importante avere piena consapevolezza delle nostre azioni e dei rischi a cui andiamo incontro.

Essere consapevoli significa infatti essere in grado di sganciarci da una dimensione personale e comprendere la realtà per com’è. La consapevolezza serve a capire la realtà, a non rimanere vittima di schemi.


# Zero Controllo

Quando decidiamo di costruire o affidare il nostro lavoro, il nostro business e la nostra visibilità ai grandi colossi dei social network, la prima consapevolezza da acquisire è che noi non abbiamo nessun tipo di controllo su queste piattaforme.

In poche parole, è come se scegliessimo volontariamente di costruire la nostra casa o la nostra azienda, su un terreno di cui non siamo proprietari, ma ancor peggio, di cui non abbiamo nemmeno un contratto di affitto.

Nel momento in cui apri un profilo su qualsiasi social network sei obbligato a cliccare su una serie caselle a dimostrazione che hai letto ed accettato unilateralmente le condizioni proposte.

Devi quindi essere consapevole fin da subito che il tuo account, la tua pagina, il tuo gruppo Facebook o il tuo profilo personale, non sono di tua proprietà. Accetti quindi il rischio che questi canali di comunicazione online ti possano essere tolti in qualsiasi momento, senza preavviso e senza che nessuno sia tenuto a fornirti alcun tipo di spiegazione.

Da quel momento in poi, semplicemente tu non sei più visibile su queste piattaforme e per gli altri utenti non esisti più!

Emblematico è il caso della 21enne Jessy Taylor, influencer americana che di punto in bianco si è vista chiudere, senza troppi complimenti, il suo account Instagram con oltre 117.000 followers. La motivazione? Sembra che alcuni utenti l’abbiano segnalata come spam…Questa è stata la sua reazione!

Jessy Taylor che grazie hai social network era riuscita a cambiare la sua vita, piangendo istericamente continua a ripetere una frase su cui è importante riflettere: “I’m nothing without my following!


# Ma Sono Gratis e li Utilizzano Tutti

Tu dirai… lo so Alberto, quello che dici è vero, ma Facebook, Instagram e Youtube sono utilizzati da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, sono strumenti potentissimi, facili e soprattutto sono gratuiti! Perché mai dovrei sbattermi nel creare altri canali di comunicazione che mi costano solo un sacco di soldi e tanta fatica!

Gratis? Sei davvero sicuro che l’utilizzo di queste piattaforme sia gratuito?

La verità è che ognuno di noi paga per utilizzare i social network, e questo prezzo lo paghiamo con i dati personali che cediamo a queste piattaforme, che poi loro rivendono a peso d’oro al migliore offerente.

Noi paghiamo un prezzo, il problema è che non siamo in grado di quantificarlo perché non sappiamo dare un valore economico ai nostri dati. Semplicemente li cediamo a queste piattaforme e loro in cambio ci offrono la possibilità di poterle utilizzarle.

Il “gratis” è solo una grande illusione mentre per le aziende proprietarie di queste piattaforme diventa il più grande modello di business che sia mai esistito. Nell’economia dell’atomo infatti tutto ciò che è ceduto gratuitamente deve essere compensato dal pagamento di qualcos’altro.

Devi sapere inoltre che le informazioni raccolte su ciascun utente sono utilizzate per monitorare i nostri comportamenti, i nostri acquisti, le nostre scelte, e per dare gli input giusti ai loro partner commerciali (e non solo) che pagano fior di quattrini per avere queste informazioni. La cosa più rischiosa e di cui spesso non siamo consapevoli è che la raccolta dei nostri dati va ben oltre ciò che molti di noi potrebbero immaginare.

Se hai il coraggio di farlo, leggiti questo articolo di Dylan Curran, pubblicato lo scorso anno su The Guardian: Are you ready? Here is all the data Facebook and Google have on you


#At Last But Not Least, “l’Attenzione”!

Quando utilizzi queste piattaforme social devi essere consapevole che i loro algoritmi sono progettati a tavolino per assorbire completamente la nostra attenzione e creare uno stato di dipendenza psicologica. Più usi i social media nel modo per cui sono progettati per essere utilizzati, più il cervello impara a desiderare nuovi stimoli.

L’attenzione umana mai come ora è diventata una risorsa scarsa e di conseguenza molto preziosa, e questo loro lo sanno bene! Il loro – non il tuo – business consiste proprio nel catturare la tua attenzione e tenerti più tempo possibile all’interno delle loro piattaforme. Il motivo è semplice, catturare la nostra attenzione il più a lungo e il più frequentemente possibile è molto redditizio!

Chiunque opera o ha operato professionalmente sul Web, sa bene come ad un certo punto, per un motivo o per un altro ti ritroverai a spendere tantissimo tempo ed energie per curare la tua presenza sui vari social network. Ad un tratto inconsapevolmente inizi a ragionare con le loro logiche e ti ritrovi proiettato in un mondo che sembra vivere di vita propria. Spesso tutto il resto ti appare quasi superfluo, inutile!

Hai la sensazione che per portare avanti il tuo business e la tua presenza online non hai bisogno di altro se non essere attivo, costantemente presente e spendere più tempo possibile sui tuoi canali social.

Attraverso questi canali puoi pubblicare contenuti, promuoverti, puoi fare le tue offerte, puoi vedere, acquistare, chattare con i tuoi clienti, creare eventi live, aprire le tue community, essere contattato direttamente, inserire Bot, sfruttare i programmi pubblicitari e anche guadagnare dal numero di seguaci che riesci a crearti…Insomma chi più ne ha più ne metta! Perchè mai dovremmo costruire altrove?

Vorrei inoltre esprimere una considerazione molto personale, che parte però da un assioma fondamentale: tutto è ciclico, di conseguenza dobbiamo valutare seriamente che l’addio a queste piattaforme potrebbe essere molto più vicino di quanto noi crediamo. Perché? Semplicemente, come quella di tutti gli essere viventi, anche la vita dei social ha un suo ciclo che si apre e prima o poi si chiude!


Quindi Quali Sono le Alternative e I Consigli Pratici?

Di recente ho avuto il piacere di conoscere e condividere questa mia visione con Sara Iannone.

Sara è una bravissima professionista, che da diversi anni opera nel mondo del marketing digitale, prima come freelance, collaborando con aziende internazionali del calibro di Traffic Broker e poi come imprenditrice e co-fondatrice di “Online Marketing Italia” un progetto che ha l’obiettivo di aiutare chi, in Italia, si vuole affacciare seriamente al mondo del Digital Marketing.

Ci siamo fatti una bella chiacchierata e Sara mi ha raccontato una brutta esperienza professionale che ha vissuto sulla sua pelle per colpa dei Social e anche di come si è rimboccata le maniche e con tanto impegno è riuscita a rimettersi in carreggiata, cambiando strategia e ottenendo ottimi risultati.

Ho chiesto a Sara di poter condividere la sua storia e i suoi consigli con tutta la community di Nomadi Digitali e le ha accettato volentieri! Grazie Sara.

Social Network: Hai Davvero il controllo? – Sara Iannone –

Un giorno mi arriva un messaggio da una persona che mi dice: “Sara non vedo più la tua pagina Facebook”.

Guardo velocemente, ammetto senza dare molto peso a quelle parole pensando si trattasse di un errore, e io vedo la pagina.

Rispondo, il tutto in qualche minuto, che la pagina c’è e forse c’è un bug. Ma…c’è un dettaglio che nella fretta non avevo notato: un avviso rosso fiammante.

Guardo con attenzione e si tratta di un messaggio di avviso importante: Facebook aveva deciso di nascondere la mia pagina.

Da quel momento il lavoro eseguito per anni, contenuti scritti, video postati e quant’altro, furono buttati e calpestati da Facebook.

La mia pagina, che stava crescendo ed aveva più di 11k like, era nascosta.

La prima cosa che feci fu contattare l’assistenza e chiedere spiegazioni. Feci ricorso dai vari link, inviai documentazione varia, ma nulla. Non sapevano darmi una risposta ma qualcosa era successo.

Ecco, un mio competitor aveva deciso di farmi un dispetto e così fece segnalare in massa la mia pagina che venne nascosta.

Non sono la prima e non sono l’ultima alla quale è accaduto. Mi hanno scritto, successivamente, in molti per dirmi che avevano pagine e profili bloccati.

Inutili i tentativi di recupero e così la pagina fu eliminata.

In quel momento vidi sfumare cinque anni di lavoro e tanto, tanto contenuto che aveva contribuito alla crescita di Facebook ma che io non controllavo.

Nella parte negativa però accadde qualcosa di positivo: capii gli errori che io stessa stavo commettendo.

Ad un certo punto ti ritrovi in un circolo vizioso, in un vortice senza fine dove le energie che spendi vanno a finire tutte su queste piattaforme.

Mi sono resa conto che il mio blog, www.onlinemarketingitalia.com, stava passando in un secondo piano e non doveva accadere questo.

Dopo una battuta d’arresto ho compreso cosa andava modificato e avevo cominciato nuovamente a prendere il controllo del blog e di ciò che era importante.

I risultati tra l’altro sono stati strepitoso. Un incremento delle visite ma soprattutto un incremento di clienti che seguono assiduamente il blog e leggono tutti gli articoli.

Di questo ne ho parlato anche nel mio libro “Il Mio Viaggio nel Marketing Digitale”.

C’è una parte che ho voluto inserire ed è proprio questa, che fa riferimento a questo episodio e di come trarre una lezione importante per il proprio lavoro e che i social non sono sempre oro come si crede.

Sono un’arma a doppio taglio: o tu controlli loro o loro controllano te. In teoria la formula dovrebbe essere la seguente: sfrutta i social per promuovere il tuo lavoro.

In realtà da molti viene applicata la seguente formula: utilizza i social e fatti sfruttare da loro per farli crescere con la speranza che rimanga una briciola anche a te.

Prendendo l’esempio di Facebook (ma parliamo anche di Instagram, Youtube, Twitter e simili) noi non abbiamo nessun controllo sul nostro business e la colpa è dell’accessibilità a questi.

In fondo è semplice, gratuito ed immediato. Un click e sei dentro la piattaforma, dove puoi parlare, discutere e far conoscere la tua attività o la tua idea.

Non c’è alcuna barriera per accedere. Chiunque, online, può essere il professionista migliore, la persona più buona al mondo, l’uomo o la donna più desiderabile, l’azienda che fattura milioni.

A tutti gli effetti è così. Sui social possiamo mostrare una parte migliore, spesso inventata, di noi stessi, per apparire brillanti, intelligenti e persone di successo.

Questo di fondo è un grosso problema perché le persone non hanno la voglia, ma soprattutto forse non comprendono, l’importanza di un lavoro ben eseguito al di fuori dei social, che altro non sono dei semplici mezzi di divulgazione.

Pensi che a te non possa accadere di vedere chiudere un profilo dal quale vendi o una pagina dalla quale fai pubblicità e condividi contenuti?

Ti sbagli di grosso! Questo accade a chiunque, è accaduto a me con una pagina di cinque anni (quindi non un lavoro nuovo), è accaduto a miei conoscenti con pagine da centinaia di migliaia di like ed è accaduto a chi partiva da zero e stava iniziando.

Immagina se accade anche a te, dopo aver dedicato tempo, soldi e molte energie per creare un pubblico che ti segue esclusivamente sui social.

Fondamentale è capire la distinzione tra mezzi di divulgazione e persi pubblicità e l’adozione di strategie di marketing complete che includono un controllo da parte tua su ciò che stai facendo.

La prima regola è avere il controllo sul proprio lavoro. Non importa che tu sia una multinazionale o un singolo individuo che sta iniziando adesso, devi avere TU il controllo su ciò che stai facendo e divulgando.

Avrai sentito sicuramente parlare del nuovo lavoro da “influencer”.

Immagina cosa accadrebbe se tu adesso riuscissi ad avere un account con un milione di followers e improvvisamente questo ti viene chiuso.

Perché i social non sono in tuo controllo e tu NON puoi fare nulla in quel caso, se non ricominciare da capo.

A breve termine sicuramente l’utilizzo esclusivo dei social permette di avere risultati immediati ma a lungo termine danneggiano la tua posizione e ti costringeranno, prima o poi, a ricominciare da zero.

In questo caso però i casi sono due: o ricominci da zero e parti dallo stesso livello dal quale partivi prima di avere un pubblico, o ricominci con un pubblico che non ha mai smesso di seguirti perché avevi strutturato una strategia di marketing differente con mezzi in totale controllo, come ad esempio il blog e la mailing list.

Nel secondo caso ricominciare è più semplice e più veloce.

Non devi partire da zero e poco importa se hanno chiuso la pagina, ti basterà aprirne un’altra e comunicare l’accaduto agli iscritti.

Semplice no? Ma tutto questo non è fattibile nel caso tu stia utilizzando i social come unico mezzo di lavoro, dove oggi ci sei e domani chissà.

Ogni progetto deve essere basato sulla stabilità e non sull’incertezza ma soprattutto sul controllo totale, questo è un elemento che non può essere barattato con null’altro.

Bisogna sempre ricordarsi che i social sono mezzi dove puoi comunicare le tue novità, parlare con i clienti, ascoltare i feedback e pubblicizzare prodotti, ma non devono sostituire mezzi stabili e propri come può essere ad esempio un sito proprio o un blog sul quale si costruisce una relazione continua con chi ci segue.

Gli strumenti sono strumenti e come tali devono essere utilizzati, ricordandosi che nessuno deve controllare la tua attività e se questo sta accadendo c’è un problema di fondo che deve essere risolto al più presto per non dover rimediare velocemente in un futuro dove si è fermi a causa di qualcuno che ha deciso per noi.

Voglio aggiungere un’ultima cosa prima di lasciarti: se oggi utilizzate i social come unico mezzo e stai vendendo, immaginati un blocco improvviso. Non sarà solo la tua pagina ad essere ferma ma anche (cosa più importante) il tuo business e il tuo lavoro.

Immagina accada lo stesso ma hai una mailing list, il tuo sito e i tuoi canali di vendita diretti.

La pagina è ferma ma non lo sarai tu e neppure i tuoi profitti. Cosa ti interessa maggiormente? Essere popolare sui social col rischio di venire bloccati e non controllare più nulla del tuo lavoro o fare profitto da ciò che stai facendo?

Credo la risposta sia ovvia.

Buon lavoro!



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