News dal Mondo dei Nomadi Digitali: Settembre 2018

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Alberto Mattei: Sono il fondatore di Nomadi Digitali. Un progetto di comunicazione collaborativo e autofinanziato che nasce nel 2010 con l'obiettivo di diffondere anche in Italia la cultura del lavoro da remoto e del nomadismo digitale. Il mio obiettivo? Crescere un movimento di persone più libere e più felici per rendere il nostro mondo un posto migliore.

Pubblicato il: 25 Settembre 2018 | Categoria:

Che cosa è News dal Mondo dei Nomadi Digitali?

Quello dei Nomadi Digitali è un movimento globale in evoluzione e crescita continua. Ogni giorno nella rete vengono pubblicate migliaia di news, informazioni e curiosità che riguardano il mondo dei nomadi digitali. Spesso è veramente difficile rimanere aggiornati su tutto quello che avviene.

Per questo motivo ogni mese abbiamo deciso di creare questa rubrica, pubblicando una raccolta di curiosità e di news interessanti che sono apparse nella blogsfera e su diversi siti internazionali.


Ecco la raccolta di news e curiosità interessanti sul mondo dei nomadi digitali apparse questo mese sul Web


1) Il Mito del Nomade Digitale: Com’è Realmente la Vita di Un Lavoratore a Distanza


Eva C. Reder, Co-Founder of GrowthMasters ha vissuto da nomade digitale per quasi tre anni, gestendo il suo business online e lavorando in remoto per varie startup tecnologiche. In questo post pubblicato su Entrepreneur, Eva sfata i tre miti più comuni che riguardano lo stile di vita da Nomade Digitale.

a) Lo stile di vita Nomade Digitale è tutto incentrato sul sorseggiare margaritas in spiaggia,

“La vita di un professionista Nomade Digitale non equivale a stare tutto il giorno in spiaggia a sorseggiare margaritas, anche perchè Il Wi-Fi in spiaggia è notoriamente inaffidabile! :)”

La verità è che lavorare da remoto mentre si viaggia e ci si sposta frequentemente da un paese all’altro è molto logorante. I Nomadi Digitali devono sempre bilanciare le loro responsabilità professionali con la voglia di godersi l’esperienza di viaggio. Questo significa che non possono certo passare tutto il giorno in spiaggia, come farebbe un turista in vacanza. Purtroppo molte volte è questa l’immagine che viene comunicata sui social network.

b) I Nomadi Digitali sono continuamente in giro per il mondo saltano da una città all’altra.

Anche questa è un’immagine stereotipata che però non corrisponde alla realtà. Spostarsi frequente da una città all’altra, può funzionare bene per alcuni mesi o addirittura per un anno, ma nella maggior parte dei casi non funziona per chi vuole costruirsi realmente una carriera professionale da remoto. Quelli tra noi che vogliono fare bene il proprio lavoro, hanno bisogno di una maggiore stabilità e dovranno fermarsi più a lungo in un determinato luogo, mantenendo comunque la libertà di potersi spostare altrove se e quando ne sentono il bisogno.

c) I Nomadi Digitali gestiscono attività online e lavorano solo quattro ore alla settimana.

È un’idea sbagliata che la maggior parte dei Nomadi Digitali lavorino solo poche ore al giorno guadagnando dalle loro attività online, oppure con lavoretti da freelance poco impegnativi. Se si vuole avere la certezza di un buono stipendio, la soluzione migliore è quella di cercare una collaborazione, più o meno stabile, con aziende e organizzazioni che permettono ai propri collaboratori di lavorare da remoto. Queste opportunità oggi stanno diventando sempre più comuni. Le aziende infatti, sono le prima a trarre vantaggio da questa modalità di lavoro flessibile e a distanza.

Eva C. Reder conclude l’articolo con un’interessante previsione riguardo l’evoluzione di questa tendenza. Da ora in avanti sempre più datori di lavoro saliranno sul carro del lavoro da remoto e consentiranno ai propri dipendenti di lavorare da qualsiasi luogo. La forza lavoro del futuro avrà più libertà di vivere e lavorare ovunque. Ciò non significa che saranno tutti in giro per il mondo, o su una spiaggia tropicale a sorseggiare margaritas. Significa invece che i lavoratori avranno più flessibilità e la libertà di poter scegliere dove vivere e dove lavorare, senza essere vincolati dai confini geografici, da una sede prestabilita o da rigidi orari di lavoro.

Puoi leggere qui l’articolo originale: The Myth of the Digital Nomad: What Life as a Remote Worker Is Really Like


2) Selina è l’Hotel del Nomade Digitale del Futuro


Sophie Friedman, in questo articolo pubblicato su Forbes racconta la storia di Selina.

Selina è il nome di una catena internazionale di hotel-coworking di enorme successo, progettati per soddisfare le esigenze di professionisti che lavorando da remoto spostandosi per il mondo.

Nelle menti dei fondatori, Rafi Museri e Daniel Rudasevski, Selina è il nome di fantasia di una ventinovenne viaggiatrice. Museri la descrive come “onesta, umile, bella. Lei ti ospita, ti abbraccia”.

Nel 2015 la coppia ha aperto la prima Selina a Pedasi un villaggio di pescatori a Panama, dopo che i due si erano incontrati e conosciuti in Costa Rica. Oggi Selina è presente in otto paesi dell’America Latina, attraverso 25 destinazioni urbane e rurali, e sta per sbarcare anche negli Stati Uniti e in Europa.

Museri racconta di come lei in realtà, anche se inconsapevolmente, abbia pensato per tutta la sua vita a come riuscire un giorno a creare “Selina”. Quando aveva 13 anni infatti decise di andare a vivere in un kibbutz, una comunità volontaria di lavoratori dello stato di Israele:

Dopo la scuola devi lavorare e non ci sono vacanze estive. Anche se si lavora molto hai l’opportunità di vivere sempre a contatto con i tuoi amici, in una comunità molto bella, divertente, in un clima divertente e molto rilassato. Mi sono profondamente innamorata di questa idea di comunità.

Selina, nasce traendo ispirazione da questo concetto e oggi, questa catena di hotel offre ai suoi clienti esattamente ciò che predica: un ambiente di lavoro (e di vita) divertente, internazionale e creativo.

Puoi leggere qui l’articolo originale: Selina Is The Digital Nomad Hotel Of The Future


3) Lezioni Utili sul Costo Psicologico che un Imprenditore Nomade Digitale Deve Pagare


Pierson e Pete Krass contributors delle rivista Forbes, in questo articolo raccontano la storia di Ryan Westberg, co-fondatore e CMO di Serengetee, un marchio di abbigliamento di grande successo.

La storia di Serengetee inizia nel 2012 dopo che Jeff e Ryan Steitz si conoscono durante un “Semester at Sea”, un programma di studio all’estero che si svolge su una nave da crociera in circumnavigazione per il globo.

Durante il nostro viaggio di studio, abbiamo iniziato ad esplorare i mercati locali e a raccogliere tessuti artigianali provenienti da diversi paesi dell’Africa, Asia e America Centrale. Volevamo utilizzare questi tessuti per creare dei prodotti e nello stesso tempo apportare un cambiamento positivo nel mondo…

Serengetee è diventato oggi un marchio di successo che realizza prodotti di abbigliamento e accessori con tessuti acquistati dagli artigianali locali in oltre 25 paesi nel mondo. La mission di questa azienda è guadagnare vendendo questi prodotti online, sostenendo al tempo stesso le comunità locali, le famiglie degli artigiani e salvaguardando le antiche tradizioni di fabbricazione tessile.

Il viaggio è sempre stato parte del nostro marchio…Così il nostro slogan: Wear The World.

Westberg spiega come nei primi anni di attività, desiderasse solo viaggiare. Il suo programma prevedeva dieci mesi l’anno in giro per il mondo. L’obiettivo era trascorrere tre mesi in un continente, passando una settimana o dieci giorni al massimo in ogni singolo Paese. Il suo ufficio per lungo tempo è stato solo un laptop e il suo telefono. La sua sfida più grande trovare una connessione Wi-Fi negli angoli più remoti del globo,

Il miglior investimento che ho fatto è stato un paio di cuffie a cancellazione di rumore che hanno reso facile trasformare qualsiasi posto nel mondo in un ufficio mobile“.

Durante questo estenuate programma di viaggio e di lavoro da remoto, Westberg inizia a rendersi conto di come questo stile di vita non sarebbe stato sostenibile nel lungo periodo. Non più riusciva a godersi i suoi viaggi e allo stesso tempo iniziava a mancargli qualcosa di importante. Relazioni personali, amici e la sopratutto la possibilità di condividere con altri il proprio tempo, i propri pensieri e il proprio lavoro. Questo senso di frustrazione lo spingeva a lavorare sempre di più durante tutto il giorno.

Mentro tutti pensavano che avessi un lavoro perfetto e incredibile, io iniziavo a provare un intenso senso di smarrimento e di solitudine.

Westberg inizia così a fare dei cambiamenti al suo stile di vita, rallenta i suoi ritmi e i suoi spostamenti, inizia a dedicarsi maggiormente al suo benessere psico-fisico e sopratutto a gestire meglio le sue relazioni personali. Decide di crearsi una base a Santa Monica in California, per avere sempre un luogo in cui tornare dopo i suoi viaggi.

“Qui a Santa Monica vedo l’oceano ogni singolo giorno e questo mi ha davvero aiutato. Oltre a viaggiare più lentamente ora ho sempre una base dove tornare, dove vivere e lavorare. Qui sono sempre in contatto con un’incredibile comunità di imprenditori e amici su cui posso contare e con cui posso confrontarmi, confidarmi e divertirmi. Ora mi sento molto meglio e sono felice!”

Puoi leggere qui l’articolo originale: Useful Lessons From The Psychological Toll Of Being A Digital Nomad Entrepreneur


4) Incontri tra Nomadi Digitali: Come Avvicinarsi all’Amore nello Stile di Vita del Laptop


In questo post pubblicato su Medium, Kristin Wilson, analizza il nomadismo digitale dal punto di vista delle relazioni sentimentali.

Più di 57 milioni di americani sono già freelance e presto il numero di lavoratori in remoto supererà quelli che svolgo un lavoro tradizionali…e questo avverrà in pochi anni. La maggior parte di queste persone una volta liberatesi dai vincoli di un lavoro tradizionale, sfrutteranno questa libertà per uscire e andare alla scoperta del mondo, possibilmente per lunghi periodo di tempo.

Secondo l’autrice la società dovrebbe iniziare a interrogarsi su quale sarà l’impatto sociale che lo stile di vita da remoto avrà in futuro sulle persone. Le implicazioni sono infatti immediate e di vasta portata.

Essere indipendenti da una posizione geografica specifica, significa che la tua casa può essere potenzialmente ovunque e in nessun posto allo stesso tempo. Uno dei problemi più comuni quando si sceglie di essere cittadini del mondo, è l’inevitabile isolamento, solitudine o difficoltà di mantenere una relazione sentimentale stabile. I nomadi digitali fanno parte di una categoria simile. Valori come: libertà, indipendenza, avventura e viaggio, sono in cima alla lista delle loro priorità.

Kristin Wilson nel suo articolo riporta alcune testimonianza di Nomadi Digitali, come quella di Christa e Larry.

Entrambi erano single prima di diventare Nomadi Digitali ed entrambi affermano che se anche avessero avuto una relazione stabile, questo non avrebbe influito nella loro decisione di rendersi indipendenti da un posizione geografica specifica.

A questo punto l’autrice pone loro una domanda: se i Nomadi Digitali mettono in preventivo la possibilità di rimanere single, le esperienze di vita in viaggio, le amicizie e gli incontri interculturali, compensano la perdita di uno stile di vita più tradizionale e stanziale?

Christa: “Sicuramente. Io mi sento realizzata nella mia carriera e molto soddisfatta della mia vita. Sono davvero felice per tutte le esperienze vissute e le cose che ho visto. Questo non esclude che se oggi incontrassi qualcuno di speciale, sarei anche disposta a rinunciare al mio stile di vita nomade per cercare di far funzionare una relazione. Ma ne dovrebbe valere veramente la pena.

Larry: “Certo; non mi sento affatto solo, vuoto o incompleto nel mio cuore. Condividere il mio stile di vita e le esperienze con qualcuno sarebbe fantastico, ma mi sono anche abituato anche a farlo da solo e questo non mi pesa affatto. Mi piace molto conoscere e incontrare persone diverse lungo il cammino. Credo che mettere la tua felicità nelle mani di qualcun altro solo per riempire un vuoto non sia giusto.

L’autrice dell’articolo aggiunge: “Se per strada chiedi alle persone normali cosa stanno cercando in un partner, faranno fatica a darti una risposta veloce e precisa? È interessante notare come i Nomadi Digitali che ho intervistato sono invece molto sicuri nelle loro risposte e non escludono affatto la possibilità di trovare un compagno stabile. Nel frattempo però sono sereni. Forse i Nomadi Digitali sono meno disposti a scendere a compromessi sull’aspetto sentimentale, dal momento che per loro la vita per loro è buona in entrambi i casi.

I nomadi digitali stanno semplicemente spingendo i confini della datazione verso l’unico posto che conosciamo, al di fuori delle nostre zone di comfort.

Se vuoi saperne di più puoi leggere qui l’articolo originale: Dating as a Digital Nomad: How To Approach Love in the Laptop Lifestyle


5) 5 Motivi per Cui Tutti i Team Dovrebbero Lavorare da Remoto

Fiona Adler in questo articolo pubblicato su The Next Web spiega quali sono i cinque motivi per i quali oggi tutte le aziende dovrebbero iniziare ad adottare un modello di lavoro da remoto con i propri team.

1) Oggi in un modo o in un altro, tutte le squadre sono remote
Se i nostri colleghi si trovano in un altro paese o seduti nello stesso ufficio, oggi abbiamo comunque bisogno di essere connessi attraverso la tecnologia digitale. Spesso gli strumenti che utilizzano le “Remote Company” per lavorare con team distribuiti nel mondo, sono gli stessi che utilizzano le aziende tradizionali per ottimizzare il lavoro di squadra all’interno degli uffici tradizionali.

2) Abbracciare il lavoro da remoto rende felici i dipendenti
Se non lo hanno già fatto, probabilmente non passerà molto tempo prima che i membri del tuo team inizieranno a chiedere se possono lavorare da casa. Questo non è qualcosa da temere o da evitare! Una ricerca dimostra che i dipendenti che lavorano da casa sono più felici e “molto più produttivi”.

3) Il lavoro da remoto aiuta a concentrarsi sulla produttività reale
I manager sono spesso riluttanti a incoraggiare il lavoro da remoto, poiché temono di non sapere se i loro dipendenti stiano lavorando in modo produttivo o meno. Tuttavia studi dimostrano esattamente il contrario. I Team che lavorano da remoto, tendono ad essere molto più produttivi e le persone maggiormente concentrate. Insomma vedere qualcuno seduto fisicamente dietro alla sua scrivania può confortarci, ma non è un parametro per misurare la sua produttività!

4) La capacità di lavoro da remoto consente di costruire una squadra migliore
Una volta che un team lavora in ufficio tradizionale utilizzando metodologie e strumenti del lavoro da remoto in maniera efficace, è possibile allargare il team assumendo candidati e talenti che si trovino in luoghi e paesi diversi. Dopotutto, perché un’azienda dovrebbe limitare la ricerca di collaboratori professionisti solo ai candidati che sono disponibili a livello locale? Allargando il pool di candidati, è possibile assumere i migliori talenti ovunque essi siano.

5) Iniziare a sviluppare la capacità per lavorare da remoto
Lavorare con un team distribuito ha le sue sfide. Anche questi necessitano di regole. Creare un framework organizzativo per il lavoro da remoto quando il team lavora ancora di presenza, può essere un enorme vantaggio per le aziende. Inoltre, imparare a gestire un team da remoto è una capacità che oggi tutti i manager dovranno imparare e abbracciare, se vogliono far si che la propria azienda, o quella per cui lavorano, rimanga competitiva sul mercato.

Puoi leggere qui l’articolo originale: 5 Reasons Why All Teams Need to Work Remotely


6) La Giornata di Lavoro dalle 9 alle 5 Non Funziona per Tutti


Thomas Oppong, scrittore, pensatore e fondatore di thinkinginmodels.co in questo suo articolo pubblicato su Medium, condivide interessanti riflessioni sulle aspettative e sui cambiamenti, che stanno avvenendo nel modo di lavorare delle persone nell’era del digitale.

Un posto fisso di lavoro per tutta la vita era il sogno e l’obiettivo a lungo termine per molte persone nell’era industriale…..Oggi che ci piaccia o meno il mondo del lavoro è cambiando profondamente.

Una scalata di ruoli all’interno di una stessa azienda, era una volta il percorso di carriera desiderato e accettato da tutti. Oggi le aspettative di uomini e donne che iniziano una carriera professionale, sono orientate a destreggiarsi in più ruoli è in più posizioni professionali da ricoprire all’interno di aziende diverse.” scrive Kate Taylor di Forbes.

Oggi milioni di persone nel mondo cercano una vita professionale più appagante e maggiormente significativa, che vada al di là dei posti di lavoro tradizionali.

I progressi della tecnologia digitale hanno reso incredibilmente facile per esperti e professionisti crearsi un proprio pubblico, condividere il proprio lavoro e scegliere di lavorare con il maggior numero possibile di clienti che sono loro a scegliersi.

La mia vita è una vocazione; non riesco a immaginare di fare altro. Ho la libertà di esplorare qualsiasi idea io voglia, fare sempre nuovi progetti che cambino la mia vita in qualche modo .. ” dice Douglas Coupland, autore di Generation X

Le piattaforme digitali facilitano lo sviluppo di carriere indipendenti. Sempre più persone oggi scelgono di guadagnarsi da vivere alle proprie condizioni. I dipendenti moderni non vogliono semplicemente un orario di lavoro e uno stipendio. Vogliono un lavoro che dia loro grande soddisfazione, che gli permetta di utilizzare al massimo le proprie abilità e i propri talenti. Vogliono un lavoro flessibile, che si adatti al loro stile di vita e ai loro obiettivi personali, sia presenti che futuri, obiettivi che possono crescere e cambiare nel tempo.

Sebbene questo percorso di carriera non sia affatto un percorso facile, offre agli individui molta più libertà di programmare e gestire la propria vita.

Molte persone si rivolgono al lavoro autonomo, all’imprenditorialità e al libero professionismo per vivere in modo più significativo. Allo stesso modo se i dipendenti delle aziende non otterranno le cose che cercano, da ora in avanti, molto probabilmente andranno altrove a cercare nuove opportunità

Il futuro è flessibile….Il futuro del lavoro è flessibile.

Puoi leggere qui l’articolo originale: The 9-to-5 Workday Doesn’t Work For Everyone (And How to Create a Life of Total Freedom)


Immagine di Copertina: Shutterstock


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