Lavoro e Relazioni da Remoto in Tempo di Crisi – La Lezione dei Nomadi Digitali

I periodi di crisi possono anche offrire grandi opportunità. Ti racconto quelli che sono le tecniche che utilizzo personalmente per remotizzare, all'occorrenza, i vari aspetti della mia vita.

Ilaria Cazziol: Da sempre al posto fisso preferisco l’idea di un lavoro che mi permetta di viaggiare e di godere della mia libertà. Amo la comunicazione digital e dopo qualche intenso anno in un’agenzia ho deciso che volevo realizzare i miei sogni: così mi sono messa in viaggio, scrivendone su viaggiosoloandata.it e facendo copywriting, SEO e traduzioni come freelance.

Pubblicato il: 17 Marzo 2020 | Categoria:

Ci sono situazioni che stravolgono completamente i piani e le modalità di vita a cui siamo abituati. Non capitano spesso, per fortuna, ma quando avvengono investono con forza ogni nostra certezza, cogliendoci spesso impreparati e incapaci di affrontarle.

Il Coronavirus di questo 2020 è probabilmente l’evento più eclatante degli ultimi anni, e investe il mondo intero in un modo che difficilmente altre situazioni finora hanno creato.

Ma in realtà è solo un esempio di situazioni drammatiche che possono colpirci e lasciarci tramortiti.

Emergenze sanitarie o catastrofi naturali, minacce di guerra o improvvisi cambiamenti geo-politici, insurrezioni e scioperi…sono centinaia le occorrenze che possono cambiare i nostri piani, tenerci magari bloccati in un Paese straniero, impedirci di muoverci liberamente come avevamo programmato o di gestire lavoro, comunicazioni e relazioni nelle modalità a cui siamo abituati e con cui siamo più congeniali.

Il momento che stiamo vivendo è sicuramente uno di questi: l’emergenza Coronavirus ci costringe a casa, con ridotte relazioni sociali, minime possibilità di svago e di confronto con gli altri; ci costringe a cambiare le modalità di fare qualsiasi cosa, dal lavoro alla spesa; ci rende sempre più dipendenti dallo strumento che usiamo di più e, allo stesso tempo peggio, nel nostro tempo: la tecnologia.


Crisi o Opportunità?

Ed è paradossale, ma questa situazione può trasformarsi in una grande opportunità, per le aziende e per le persone.

Abbiamo riportato di recente una serie di statistiche che dimostrano come il lavoro da remoto sia ormai quasi la prassi in molti paesi, ma ancora lontano dall’essere normale in Italia.

Bene, la situazione di crisi a cui ci siamo trovati davanti in questo contesto ha costretto l’intero ecosistema a una rapida sferzata, trasformando velocemente il lavoro da remoto da opportunità a unica possibilità di azione (dove almeno quello è possibile, ovviamente). Con conseguenze in parte bellissime e in parte catastrofiche, come sempre quando qualcosa di innovativo viene introdotto velocemente e in modo approssimativo.

In questo tipo di contesti, i nomadi digitali hanno uno strano doppio ruolo, in parte di pionieri e in parte di vittime.

Se da un lato qualsiasi evento, mondiale o locale, che limiti la libertà di scelta e di movimento, è una delle cose peggiori che possano succedere a un nomade digitale, dall’altra siamo già attrezzati e in qualche modo “rodati” per far fronte alle conseguenze.

Ad esempio, io mi trovo in questo momento in Australia, “bloccata” dall’emergenza in corso in un Paese e in una casa che non sono miei per un tempo decisamente indeterminabile. Ma il mio PC mi segue ovunque, e con esso tutti i dati di cui ho bisogno – tutti nel Cloud.

Le mie relazioni, di lavoro e di piacere, sono già orientate al mantenimento da remoto. Conosco e utilizzo diversi strumenti a mia disposizione per gestire lavoro, comunicazioni, relazioni e in generale la mia vita in maniera “remota”.

Ed è forse quindi in questa occasione più che mai che posso contribuire a trasmettere qualcosa, perché questa situazione non sia solo una crisi ma, come nella famosa storiella del carattere cinese dal duplice significato, anche un’opportunità.


Lavoro da Remoto e Crisi

Come si gestiscono lavoro, comunicazioni e relazioni a distanza, in tempi di crisi in cui questa sia l’unica modalità per portarle avanti?

Ci sono principalmente due aspetti da analizzare: uno “psicologico” e uno “tecnologico”.

Diciamoci la verità, non siamo fatti per stare chiusi tutto il giorno in casa. Nessuno è in grado di farlo serenamente! Chi non va in ufficio e lavora da remoto, solitamente, trae piacere da questa condizione principalmente perché questo gli permette di risparmiare tempo per dedicarlo ad altro – attività fisica, passioni, relazioni, etc. Se la seconda parte dell’equazione viene meno, è chiaro che il lavoro da remoto sarà molto meno piacevole.

In situazioni di crisi in cui non sia possibile avere questo equilibrio, si tende a diventare “claustrofobici”: le quattro mura che ci circondano, per quanto belle e piacevoli in altre condizioni, ci si stringono intorno e ci risucchiano come sabbie mobili.

È il nostro cervello che gioca brutti scherzi e che ci rende incredibilmente più difficile fare ciò a cui siamo abituati.

Dobbiamo quindi prima di tutto prenderci cura dell’aspetto psicologico della questione e fare in modo di sostituire le nostre abitudini in modalità remota.

Il primo aspetto fondamentale è quello di praticare del movimento: per quanto minimo, se anche il solo muoverci per andare in ufficio a cui solitamente siamo abituati viene meno, dobbiamo sostituirlo con qualcos’altro. Dello yoga, dello stretching, o qualsiasi altra forma di attività servono per mettere in moto il nostro corpo e rasserenare la nostra mente.

Poi c’è l’aspetto della motivazione: quando si ha davanti tanto tempo, troppo diciamo, si tende a procrastinare e non essere produttivi. In ufficio questo tende a capitare meno perché ci sono riunioni, scadenze da rispettare, colleghi che ci interrompono, etc. A casa, si presenta molto più prepotentemente invece.

Dobbiamo fare dei chiari elenchi delle cose da fare, organizzare in maniera molto più precisa la nostra giornata, incluse le pause. Magari premiarci con qualcosa che ci fa piacere e che normalmente non possiamo avere.

Ricorda che è tutta una questione di prospettiva: il lavoro da remoto è pieno di vantaggi o di svantaggi a seconda di come lo guardi.

Il mio strumento preferito per riuscirci è Trello: ognuno ha il suo modo di utilizzarlo, ed è questo il bello. Si presta ad essere una To-Do list, oppure un flusso di lavoro, o entrambe le cose, o qualcosa di ancora diverso, e di collaborare con gli altri anche da lontano con (relativa) facilità.


Relazioni da Remoto

Poi c’è l’aspetto sociale, delle relazioni. Una situazione di crisi estrema come quella attuale può arrivare addirittura a ridurre o annullare i nostri contatti con l’esterno. Rendendo magari, all’altra parte, “eccessivi” quelli con chi ci circonda (tipicamente la famiglia), da cui a questo punto non possiamo più “scappare”.

Niente panico: anche qui la chiave è l’organizzazione. Bisogna dividere chiaramente luoghi e tempi – c’è il tempo per stare insieme e quello per stare separati. Piuttosto si possono, per brevi periodi, considerare postazioni di lavoro non proprio consone come il letto o il divano, o inventare con ingegno tavoli improvvisati. Figli, compagni e altri membri della famiglia devono essere allineati sulle necessità e, con bambini piccoli, si può cercare di trasformare il tutto in un gioco.

La socialità “esterna” che viene a mancare invece è una delle cose a cui i nomadi digitali sono più abituati, e per le quali hanno trovato più soluzioni: quando ti capita spesso di viaggiare o di vivere all’estero per lunghi periodi le relazioni sono qualcosa che ne risente.

Bisogna abituarsi a un contatto “studiato”, cadenzato, volto a mantenere delle connessioni e amicizie che altrimenti rischierebbero di sfilacciarsi. Può sembrare finto, meno autentico, ma non è così: semplicemente bisogna adattarsi alle situazioni. La tecnologia aiuta enormemente, annullando le distanze, almeno all’apparenza: le videochiamate danno davvero l’impressione di essere insieme, vicini, anche quando quella vicinanza non è possibile.

Strumenti come Zoom diventano essenziali in questi momenti: permettono videochiamate multiple, dividono automaticamente l’attenzione e il focus tra i vari partecipanti in base a chi sta comunicando e chi no, e in generale sono in grado davvero di annullare le distanze.

L’importante è far lavorare insieme, per uno scopo comune, psicologia e tecnologia: organizzarsi in modo da non lasciare che la nostra testa ci tenga in ostaggio, e che l’impossibilità di svolgere compiti “in presenza” ci blocchi dal fare qualsiasi cosa.

Se saremo in grado di superare le situazioni di crisi come questa, ci accorgeremo di essere diventati più forti, resilienti, sicuri di noi…e un passo più vicino a ottenere quella famosa chimera, l’equilibrio tra vita privata, lavoro e tutti gli altri elementi che ci rendono umani.

Cosa ne pensi? Con quali problemi ti stai scontrando in questo periodo di crisi?



Potrebbero Interessarti Anche: