Fatturazione su UpWork: Come Funziona?

Ho creato guida fiscale per rispondere appositamente ai numerosi dubbi che sorgono sulla corretta gestione fiscale dei guadagni ottenuti grazie all'utilizzo della piattaforma UpWork.

Angela Amato: Ho scelto di fare la libera professione con una prospettiva diversa. Convogliare il mio lavoro sul web e per il web. La consulenza fiscale alle imprese e professionisti che lavorano online sono da sempre la mia unica passione. Il mio prossimo obiettivo? Continuare a fare le mie consulenze online spostando il mio “ufficio”, alla scoperta delle bellezze del mondo.

Pubblicato il: 26 Settembre 2017 | Categoria:

Sei un professionista presente su UpWork ma non hai capito come gestire le tue fatture? Conosci quali sono gli adempimenti fiscali utili per regolarizzare i tuoi compensi su questa piattaforma? UpWork trattiene una commissione sui tuoi lavori, sai come ti viene fatturata dalla compagnia americana?

Questa che leggerai a breve è realmente la prima guida fiscale su UpWork esistente online, centrata sulla corretta fatturazione dei guadagni derivanti dall’intermediazione di questa famosa piattaforma americana.

E’ scritta appositamente per Nomadi Digitali e per essere fruibile da tutti i freelancer che utilizzano UpWork per il loro lavoro online.

Sempre più di frequente, leggo o sento pareri poco attendibili su come si possano gestire gli introiti derivanti da questa piattaforma di intermediazione. Sull’argomento “UpWork” regna l’anarchia.

La passione che metto nel mio lavoro, che conduco ormai da qualche annetto, applicata alla gestione fiscale per le attività online mi spingono a fare un bel pò di chiarezza su questo tema quasi ignoto ai più.


Cos’è UpWork e Come Puoi Farne Uso per la Tua Attività di Freelance?

upwork-logo-2UpWork è una piattafoma di intermediazione online in cui la richiesta dei clienti si incontra con l’offerta di lavoro da parte di freelancer qualificati provenienti da ogni parte del mondo. L’offerta di lavoro dei freelancer è veramente variegata.

Su UpWork è possibile trovare webdesigner, artisti, scrittori, assistenti virtuali, esperti di marketing, contabili e tantissime altri professionisti. IlSole24ore ne riporta una breve descrizione in questo articolo: Vuoi trovare lavoro (subito)? Ecco 5 piattaforme online che offrono milioni di impieghi in tutto il mondo.

Qualora volessi incrementare i tuoi guadagni o cimentarti in questa nuova modalità di lavoro online, l’uso di UpWork sarebbe una valida opportunità. L’iscrizione da Freelancer è gratuita mentre ti verrà richiesta una commissione (fee) sul valore del lavoro che hai ultimato grazie all’uso del servizio di intermediazione che ti viene offerto.


Sei Un Freelancer con Partita IVA?

Come Devi Gestire le Tue Fatture su UpWork

Se hai già ultimato dei lavori su UpWork avrai di certo notato che questa piattaforma ti “aiuta” anche con la gestione della tua fatturazione. Come?

UpWork ti invia due tipologie di documenti:

1. La fattura relativa alla sua commissione.

2. Il modello di fattura che dovrai emettere verso il tuo cliente finale.

E’ dall’analisi di questi due documenti che dovrai gestire correttamente la tua fatturazione, declinandola in base alla normativa fiscale nazionale ed europea in vigore.

1. La fattura di UpWork per il servizio di intermediazione

Alla stregua di qualunque altra società, lo scopo ultimo di UpWork è la riscossione della commissione sui lavori che ricevi dalla sua piattaforma.

Di seguito puoi visionare una tipica fattura che il freelancer riceve al termine del proprio lavoro. Nel documento fiscale di UpWork vengono riportati i riferimenti dell’operazione (numero contratto, nome del cliente, servizio svolto e relativo ammontare) ed il calcolo della commissione trattenuta e fatturata.

fattura_upwork

Da notare la dicitura “VAT Reverse Charged”. Il freelance che ha eseguito il servizio online, riceve questa fattura perchè si è registrato e lavora su UpWork con una partita IVA iscritta al sistema VIES.

In tal modo UpWork non ti addebiterà l’imposta sul valore aggiunto e gestirà la transazione come un’operazione Intrastat.

Hai letto bene, intrastat. Come tutte le aziende extra UE, UpWork per poter operare nel mercato europeo e vendere servizi di e-commerce diretto, ha l’obbligo di identificarsi fiscalmente in Europa ed aprire una partita IVA UE, oltre ad iscriversi al sistema MOSS.

Quest’ultimo passo è necessario per la vendita dei servizi di intermediazione ai freelancer senza partita IVA (vendita B2C). Ti spiegherò più avanti di cosa si tratta. Per approfondire l’argomento MOSS puoi leggere la guida fiscale che ho scritto riguardo la vendita online degli InfoProdotti.

Se conosci la gestione delle fatture europee saprai anche che, in caso di acquisto di servizi B2B UE, non hai più l’obbligo di inviare il modello riepilogativo intrastat a partire da gennaio 2018, se non superi le soglie fissate per legge.

2. La fattura creata da UpWork per il tuo servizio da Freelancer

UpWork aiuta il Freelancer anche con la gestione della fattura da emettere per la prestazione eseguita sulla piattaforma. Di seguito ti mostro il documento che Up Work mette a disposizione per il freelancer:

fattura_upwork-2

Per una questione di privacy ho cancellato tutti i dati sensibili riportati nel documento.

Questo format viene creato da Up Work in nome e per conto tuo e trasmesso al tuo cliente finale. Come avrai già capito, ai fini fiscali italiani questo “documento” non sarà ritenuto valido poiché non segue la numerazione consecutiva e cronologica delle fatture attive che hai in contabilità.

In realtà, la tua fattura di vendita non dovrai emetterla nei confronti del tuo cliente finale ma esclusivamente verso Up Work poiché è questa la società che elargisce il tuo compenso.


E’ Doveroso Fare Una Breve Puntualizzazione Sui Pagamenti Ricevuti da UpWork

La valuta nominale con cui è eseguita la transazione è il Dollaro. Vorrà dire che tutte le operazioni (vendita del servizio – commissioni – iva) dovranno essere convertite in euro utilizzando il tasso di cambio in vigore nel giorno in cui la prestazione è stata conclusa.

Il pagamento che ricevi da UpWork è già convertito e decurtato della commissione che ti viene applicata. Questo incasso, però, non dovrà portarti in errore. La fattura fiscale che emetterai dovrà riportare comunque il valore iniziale già versato dal tuo cliente (nel caso in esempio $25 convertiti in EURO e NON $20).

E’ sottinteso che dovrai farti due conti. Predisponi un’opportuna analisi economica del lavoro da svolgere su UpWork considerando anche il regime fiscale con cui operi e degli adempimenti burocratici a cui far fronte. Sai bene che regime fiscale ordinario, semplificato e forfettario hanno una specifica legislazione fiscale e differenti modalità di calcolo della base imponibile reddituale.

UpWork, nell’ User Agreement, sottolinea che non avrà alcuna responsabilità in merito alla gestione degli obblighi fiscali del freelancer. Un motivo in più per essere seguito da un Professionista che conosca questo sistema di fatturazione e che ti assista durante la gestione del tuo business online.


Sei Un Freelancer Ma Non Hai la Partita IVA?

Ecco UpWork Come Gestisce il Tuo Account

La piattaforma d’intermediazione americana offre i suoi servizi di commercio elettronico diretto in Europa grazie alla sua partita IVA EU (Direttiva IVA UE 2006/112/CE) e l’adesione al Regime MOSS (Mini One Stop Shop).

Questo regime è indispensabile per gli operatori UE ed Extra UE poichè permette loro di addebitare la percentuale IVA in vigore nel Paese dell’acquirente finale del servizio online (vendita B2C). In tal caso, se sei un freelancer che occasionalmente lavora e trae un guadagno su UpWork ma non sei in possesso di una partita IVA registrata al VIES, verrai considerato come un acquirente privato.

La fattura che UpWork ti invierà riporterà, oltre alle commissioni applicate sulla transazione, anche l’IVA del 22% in vigore in Italia sulla prestazione di servizi.

Ti riporto l’esempio che il Community Manager di UpWork ha scritto sul loro forum, riguardante il funzionamento di uno dei loro contratti:

Facendo una piccola semplificazione. Se il valore della tua commissione è di € 10 e non lavori con partita IVA (oppure ne possiedi una ma non è iscritta al vies), UpWork ti addebiterà l’IVA del 22%. Il totale che ti verrà decurtato dal valore del tuo lavoro sarà pari ad € 12,20.

Anche in questo caso mi sento di dire che è fondamentale un’attenta valutazione economica. Non solo. Ti consiglio di leggere questo articolo: Quando Aprire la Partita IVA per Lavorare Online ed Essere Regolare col Fisco scritto qualche tempo fa ma sempre attuale, che ti aiuterà a capire quando sia necessaria aprire la partita iva per il tuo lavoro da freelancer e non avere problemi col fisco.

Oggi è possibile avviare una tua attività e non avere il timore di spendere una fortuna in tasse, grazie all’opzione per il regime fiscale forfettario. La partita IVA potrà di certo renderti libero di lavorare con chiunque ed essere più credibile agli occhi dei tuoi clienti business.


Sei Un Nomade Digitale e Spesso Sei in Viaggio. Pagherai Ugualmente l’IVA?

L’IVA che UpWork ti addebiterà sulle commissioni varia in base al tuo paese di residenza fiscale, cioè in base allo Stato in cui sei registrato anagraficamente. Se risiedi in uno dei Paesi UE ti verrà applicata l’aliquota IVA in vigore in quello specifico Stato membro (qui trovi un elenco delle aliquote).

La risposta è si. Se sei un nomade digitale con residenza in EU e senza partita iva, dovrai pagare ugualmente l’imposta.


Che Tipo di Documento Dovrai Emettere al Tuo Cliente se non Hai Un Numero di Partita IVA?

Come ti ho appena accennato in precedenza, UpWork non si ritiene responsabile per gli obblighi fiscali che ricadrebbero in capo agli utenti (privati o business). A questo dovrai pensarci tu. Alla stregua di un classico rapporto di collaborazione occasionale, potresti rilasciare una ricevuta pari al valore del lavoro che ti è stato commissionato tramite UpWork che poi andrai a dichiarare nel tuo modello redditi annuale (730 oppure Redditi).

Naturalmente, questa che ti ho citato è un’indicazione di massima.

Io ti consiglio sempre di richiedere una consulenza fiscale specifica al tuo caso, per evitare confusione nell’applicazione delle norme vigenti in Italia su come gestire gli introiti provenienti dall’Estero e non avere poi problemi col fisco.


Foto credit: Shutterstock



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