Viaggiare per Crescere: L’Arte del Viaggio in Solitaria

Viaggiare serve per crescere e per arricchirsi personalmente. Ecco perchè un viaggio in solitaria può essere un'ottima opportunità per trovare la tua strada

Francesca Di Pietro: Ho unito le mie due grandi passioni, la psicologia e i viaggi. Studio i viaggiatori per dare nuova linfa alla psicologia turistica applicata e cerco, a modo mio, di ispirare e magari aiutare altri viaggiatori a viaggiare da soli. Ho portato il travel coaching in Italia per aiutare le persone a leggere la metafora del loro viaggio.

Pubblicato il: 28 Luglio 2015 | Categoria:

Ormai noto un trend che trasforma tutto quello che sembrerebbe normale in arte: l’arte di manutenere una motocicletta, l’arte di ordinare l’armadio, l’arte di rendere felice il tuo intestino. Perché?

Forse l’uomo si sta allontanando dalla sua natura, sta interponendo sovrastrutture finte tra sé e il mondo, ed è in effetti la prima volta in migliaia di anni.

L’essere umano è nomade, da sempre. È relativamente giovane la sua voglia di stanzialità, però per secoli ha sempre mantenuto il suo bisogno d’errare, tranne nei tempi più recenti.

Da quando l’uomo ha iniziato a vivere in comunità, il viaggio in solitaria ha rappresentato un momento di passaggio, il cammino necessario per la trasformazione in adulto.

Nelle tribù aborigene dell’Australia ancora oggi ogni giovane uomo deve andare nel deserto per diventare adulto.

Così anche in tutte le religioni, c’è sempre stato un deserto, un pellegrinaggio, un migrare, come se andando si capisse meglio cosa si cerca.

Così al giorno d’oggi sempre più persone traducono questa esigenza in un viaggio, magari più limitato nel tempo e con più comodità, ma pur sempre da soli.

Spesso si limita la comprensione della parola “soli” al fatto di parlare o meno con qualcuno.

Chiunque abbia mai viaggiato da solo o abbia mai letto esperienze di persone che l’hanno fatto, sa che se si parte da soli si hanno molte più possibilità di incontrare e conoscere persone, il più delle volte interessanti.

Quello però non è il valore della solitudine, l’aspetto speciale è l’assenza di protezione, l’uscire dalla propria area di confort. Questo rende un viaggio in solitaria un momento unico e arricchente, il confrontarti ogni volta da solo verso le peculiarità che la vita ti mette davanti, nel bene e nel male. Perché a volte scegliere è difficile anche se le opzioni sono entrambe piacevoli.

Se realmente ci fermassimo ad osservare la nostra vita, vedremmo che le nostre azioni, i nostri gusti, le nostri abitudini, sono spesso frutto del bagaglio sociale, della nostra famiglia, città, cultura, status lavorativo, non frutto di un nostro personale desidero. Quindi la domanda è:

  • “Sei sicuro di sapere cosa ti piace?”

E la seconda non può che essere:

  • “Sei sicuro di conoscere i tuoi limiti?”

Ecco perché il viaggio in solitaria è un percorso di crescita personale, ecco perché come psicologa ho scelto di dedicare la mia vita a questo, ispirando altre persone tramite il mio sito, guidandole nel loro percorso tramite il travel coaching individuale e ora dandogli degli strumenti reali tramite il mio libro.

travel coaching

È da poco uscito Come Viaggiare da Soli: Manuale di Travel Coaching, la sintesi del mio lavoro degli ultimi 8 anni.

In questo libro ho racchiuso tutta la mia esperienza pratica come viaggiatrice che ha esplorato più di 60 Paesi, e tutte le mie conclusioni come psicologa. Ho cercato di mettere nero su bianco il percorso individuale che faccio nel Travel Coaching, ma arricchendolo di consigli pratici ed esercizi comportamentali.


Tu hai già fatto questa esperienza?


Foto credit: Shutterstock – Tribal Dancer: john austin / Shutterstock.com


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