Vuoi Cambiare il Tuo Stile di Vita? Lascia da Parte i “Vorrei, Ma Non Posso”

Ti racconto come nel corso del tempo ho cambiato il mio approccio alla vita e ho bandito per sempre dal mio vocabolario la frase "vorrei ma non posso"

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Eleonora Malacarne: Ho vissuto in Spagna per sei anni, al termine dei quali sono partita per un viaggio in solitario in India. Se prima sognavo solo di ripetere questa esperienza, ora spero di farlo un giorno da nomade digitale. Mi piacerebbe trasformare la mia passione per i viaggi, le danze indiane e la scrittura in una professione online che mi permetta di vivere e lavorare viaggiando.

Pubblicato il: 9 Luglio 2013 | Categoria:

Ciao, mi presento: mi chiamo Eleonora e non sono ancora una Nomade Digitale, ma ho iniziato il mio percorso per poterlo diventare.

Adoro viaggiare, la cucina etnica, la danza e le lingue straniere. Sono nata tra le verdi montagne del Trentino, ho vissuto a Trieste i miei anni universitari, per poi approdare in Spagna, a Barcellona, dove ho vissuto per sei anni, al termine dei quali sono tornata in Italia e ho deciso di viaggiare per 3 mesi in India in solitario.

Quando per la prima volta sono capitata su questo sito ho pensato: “Sfruttare le opportunità che Internet mi offre per crearmi una professione che mi permetta di lavorare viaggiando o comunque di poter vivere e lavorare in qualsiasi luogo sarebbe magnifico”.

Ma non è stata la sola cosa che ho pensato, me ne sono venute in mente mille altre. A un certo punto ho pensato anche: “Certo, vorrei, sarebbe fantastico, ma non posso”. Un po’ come mi è successo con altre cose nella vita. Poi ho pensato che in realtà non è che io non possa, è che devo pensare bene a come cambiare la mia vita, le mie abitudini, il mio modo di lavorare e la mia professione per poterla svolgere in qualsiasi posto sfruttando le opportunità offerte oggi da Internet.

Certo, non sono cose da poco, ma forse potrei iniziare con il cambiare il mio approccio al voler cambiare vita, a voler fare quel primo passo che mi permetta di non dire più “Vorrei, ma non posso”. E così potresti fare anche tu!

Se stai leggendo queste righe forse anche tu sarai uno dei dieci, cento, mille che come me tante volte hanno pensato “Vorrei ma non posso”. Sappi che ti capisco, perfettamente. Se hai voglia di continuare a leggere, ti racconto un po’ come nel corso del tempo questa affermazione ho cercato di bandirla. Forse ti riconoscerai in quanto ti sto per raccontare o forse ti basta la mia piccola spinta per cancellare questa frase dal tuo dizionario personale.

Non ho ricette infallibili o cure per nessuno, non ho la presunzione di essere un’esperta, ma trovo che spesso possa servire ritrovarsi nella storia di qualcun altro per scoprire perché (tra le altre cose) adottare uno stile di vita non convenzionale non debba per forza essere una pazzia.

Nei miei anni universitari, che ho affrontato in una scuola abbastanza dura, la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Trieste, sono sempre stata perfezionista e una buona studentessa, mi dedicavo forse eccessivamente allo studio e meno al divertimento, tendenza che si è un po’ invertita negli ultimi anni di corso, con pochi esami ancora da dare e la tesi da preparare.

Proprio verso la fine degli studi ho infatti pensato: “Perché non me la sono goduta un po’ anche prima, questa vita da studente?”. La fine dei miei studi ormai era imminente. La risposta che mi diedi non fu “Avrei voluto, ma non ho potuto”, ma “Non ho voluto”. Magari inconsciamente, ma fui io stessa a decidere così.

Dopo la laurea mi sono spostata in Spagna, a Barcellona. Il mio desiderio più grande all’inizio del mio periodo all’estero era ottenere un’indipendenza economica totale dai miei genitori.

Forse agli inizi della nostra vita lavorativa sottovalutiamo alcune scelte e accettiamo di fare un po’ di tutto, finché non troviamo la nostra strada. Ancora non so dirti se per me è stato così. Quello che so è che in poco tempo sono entrata nel mondo del lavoro e nella routine dell’ufficio, per poi sprofondarvici e diventare quasi lavoro-dipendente.

Lavoravo per una grande multinazionale e mi occupavo di grosse campagne pubblicitarie in diverse lingue. Il lavoro era scandito da una forte tensione ed ero costantemente sotto pressione. Ho imparato moltissimo dal punto di vista lavorativo e del curriculum, ma non riuscivo a dare la giusta importanza al fatto che quello era un lavoro e non avrebbe dovuto occuparmi la testa anche nei momenti liberi.

Questa esperienza ha iniziato ad aprirmi gli occhi su quanto tempo passiamo lavorando nella nostra vita e sui motivi per cui lo facciamo. Paura di fallire, senso del dovere e di dover “mettere qualcosa da parte perché non si sa mai”, desiderio di tranquillità (dove la tranquillità implica sempre la presenza di denaro)… quante volte ti sei sentito anche tu così?

In quel periodo in cui il lavoro era praticamente la mia vita pensavo: “Vorrei lavorare meno ore, ma non posso”. Quello era il ritornello che recitava la mia testa. Ma ora posso dirti che non è così, non è stato così. Più esattamente, forse non pensavo che ci potesse essere un’alternativa. Forse pensavo che sarei stata felice con tanti risparmi, una casa che non sapevo dove avrei voluto, che non sapevo come avrei comprato e quando avrei finito di pagare.

Mi assaliva la paura di perdere il mio impiego se non continuavo ad essere così presente nel lavoro e quindi di non poter mantenere la mia indipendenza e di non avere abbastanza denaro per potermi sostentare, anche se si trattava di una visione assai distorta della realtà.

Qualcosa mi diceva che non potevo continuare a lungo così. La mia salute iniziava a risentirne e la mia mente non riusciva a staccare dall’ansia e dallo stress. Mi sono resa conto che tanta “sicurezza” non mi stava facendo bene ed ho finito per cambiare lavoro.

In questo nuovo impiego potevo sfruttare le mie conoscenze linguistiche e mi si sarebbero aperte le porte del web: avevo iniziato a lavorare nella redazione di una famosa agenzia di viaggi online e quindi si trattava comunque di un ottimo impiego. Inoltre, pur avendo scadenze e campagne in ballo, riuscivo a gestire il tutto in un modo diverso, più sereno, probabilmente memore di quanto avevo provato in precedenza.

Sono rinata ed in questo periodo ho iniziato a dedicarmi alle cose che mi appassionavano, quelle cose che finalmente avevo scoperto che mi piacevano. Certo, se pensi sempre al lavoro, come fai a sapere cosa ti piace fare?

La mia vita iniziava ad essere fatta di doveri ma anche di piaceri: uscire, prendermi più cura di me stessa, scoprire nuove passioni. Così, quasi per scherzo, ho iniziato a praticare danze indiane, un “hobby” che mi occupava almeno 3 volte alla settimana, che mi ha permesso di conoscere tantissime persone che oggi fanno parte della mia vita e che mi ha portata a progettare un futuro viaggio nel subcontinente indiano.

Gradualmente stavo arrivando a mettere da parte quel “Vorrei, ma non posso” e a trasformarlo in un “Volere è potere”.

Il mio ultimo periodo in Spagna è stato pieno di inquietudini. Vedevo in me e fuori di me una continua ripetizione a rotazione ciclica delle stesse cose. Per quanto tempo avrei continuato ancora a fare ogni giorno quelle stesse identiche cose, perché le facevo, perché avrei dovuto farle? A che cosa mi portava tutto questo? Che cosa volevo veramente?

Nel contempo, a questa “rotazione ciclica”, si contrapponevano alcuni avvenimenti che mi hanno colpita personalmente. Una persona a me vicina stava avendo dei gravi problemi di salute, non era mai salita su un aereo e probabilmente non lo potrà mai fare.

Allo stesso tempo conoscevo persone che riuscivano a viaggiare per lunghi periodi e lavorare solo una parte dell’anno, e c’era chi progettava un lungo viaggio zaino in spalla: in Spagna la reazione di molti alla crisi economica fu quella di dire “non ho nulla da perdere e quindi parto”. Insomma ero in un ambiente piuttosto diverso da quello italiano in cui mi trovo ora, a mio parere, dove l’anno sabbatico, l’aspettativa, la partenza per un viaggio in stile backpacker sembrano ancora argomenti per romanzi d’avventure.

In quel periodo conobbi una delle mie insegnanti di danza, una persona che aveva cambiato completamente vita passando da un lavoro “sicuro”, se così lo posso definire, da insegnante di fisica e chimica, a un lavoro da artista e danzatrice con un futuro piuttosto incerto. Un lavoro che però la faceva sentire viva e che era quello che aveva sempre sognato. Una persona che stava per salire su un volo di sola andata per andare a frequentare l’università della danza in India.

Mi ricordo perfettamente di una conversazione che ebbi con lei un giorno e che finiva così: “la decisione spetta a te, ma quello che ti impedisce di prenderla, i limiti che tu vedi alla realizzazione di questo tuo sogno, sono solo nella tua testa”.

Ricordo perfettamente quando pensai per la prima volta di fare un viaggio da sola in India. Mi sembrava una pazzia. Una pazzia che gradualmente non solo è diventata qualcosa di fattibile, ma che ha costituito una delle più belle esperienze della mia vita, un’esperienza che spero di ripetere presto.

Ho lasciato Barcellona, una casa in affitto, un contratto a tempo indeterminato, insomma una vita apparentemente allettante per tornare in Italia ed ora svolgo lavori stagionali e appena posso parto. Dopo il mio ritorno sono stata per tre mesi in India in cui ho visto luoghi nuovi, modi di vivere diversi dal mio e in cui ho imparato a conoscermi di più e a vedere molte cose con occhi diversi. E in cui mi sono dedicata anche alla danza!

Ho deciso di “ascoltare più spesso la mia pancia” e se sono qui a dirtelo è in parte per spronare anche te a farlo, in parte per spronare me stessa. In quell’occasione cambiare il mio modo di vedere le cose è stato per me la chiave per riuscire a realizzare questo sogno. Il primo di tanti. Forse questo può essere un primo passo verso ciò che desideri davvero fare.

A me, per esempio, piacerebbe sfruttare la mia passione per la scrittura unendola a quella per i viaggi e per le danze indiane e l’India per crearmi una mia professione o per avviare un mio progetto sul web. Per questo motivo ho iniziato a scrivere per alcuni blog nei miei momenti liberi, sto contribuendo a un progetto online di alcuni amici e a un blog in inglese sull’India parlando di viaggi e anche di danza e cucina etnica.

Anche scrivere per Nomadi Digitali per me rappresenta una splendida opportunità, è un’esperienza che penso potrà dare molto a me come spero a te che mi leggi, e che mi aiuterà a capire un po’ di più come funziona il magico mondo della Rete.

E tu, questa frase che non voglio nemmeno riscrivere, quante volte te la sei detta, e perché?

E’ davvero tutto sempre così impossibile oppure a volte basta cambiare prospettiva ed ascoltare un po’ di più i propri desideri, abbandonando i limiti che noi stessi ci prefissiamo?

Ti è mai successo di prendere decisioni un po’ fuori dagli schemi oppure abbandonare percorsi sicuri per scoprirne altri più avventurosi e forse più appaganti?


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