Spopolamento dei Borghi Italiani: Il Nomadismo Digitale Potrebbe Salvarli

In Italia continua la riflessione sul problema dello spopolamento dei piccoli borghi. Personalmente credo che il "nomadismo digitale" possa essere un'opportunità molto interessante per dare il via a un’inversione di tendenza! Ecco perchè.

Ilaria Cazziol: Da sempre al posto fisso preferisco l’idea di un lavoro che mi permetta di viaggiare e di godere della mia libertà. Amo la comunicazione digital e dopo qualche intenso anno in un’agenzia ho deciso che volevo realizzare i miei sogni: così mi sono messa in viaggio, scrivendone su viaggiosoloandata.it e facendo copywriting, SEO e traduzioni come freelance.

Pubblicato il: 8 Ottobre 2019 | Categoria:

Fermignano è un paesello di 8.000 abitanti disperso tra le colline delle alte Marche.

Nonostante un centro storico di tutto rispetto, con un ponte romano e una torre medievale che svettano sul fiume Metauro in uno scorcio da cartolina, non c’è molto altro in questo paese.

Certo, ci sono svariate industrie e attività artigianali, ma è, come del resto lo sono diventate la maggior parte delle piccole cittadine italiane, un borgo di anziani.

Molti giovani scappano già all’università, nonostante la vicina Urbino potrebbe ospitarli, verso Bologna, Roma o Milano. Con la scusa del “non c’è lavoro, non c’è nulla da fare qui”, tanti vanno a cercare lavoro nelle grandi città.

Il che è sacrosanto, e lungi da me giudicare chi cerca fortuna altrove, data la mia storia. Ma se la maggior parte non torna, non è perché si innamora della vita di città.

Lasciano l’aria pulita e salutare (pare che le Marche siano una delle regioni più longeve d’Italia proprio a causa di questo), le montagne e il mare, e si uniscono all’esercito di persone che affollano le città.

Un esercito di gente che va a riempire la metropolitana all’ora di punta, o peggio, le strade e la tanto odiata tangenziale di Milano di macchine, e di inquinamento.

Un esercito che va a contribuire a una crescita incontrollata delle città, che diventano sempre più invivibili a causa dei prezzi folli degli affitti e dei beni primari.

Un esercito che probabilmente, dopo qualche anno, inizierà a odiare quella vita fatta di cemento e traffico, ma si sentirà obbligato a restarci perché “c’è lavoro”.

Da frequente utilizzatrice di Blablacar sulla tratta Milano-Fermignano, ne scarrozzo a centinaia: sono giovani e meno giovani, quasi tutti lavorano a Milano e scappano a casa nei weekend, e quando gli chiedo cosa pensino della Grande Mela italiana la risposta è sempre la stessa: “è bella per un po’, poi stanca. Non è il posto in cui vorrei crescere dei figli”.

Ah, se non lo so bene io….

Io che a Milano ci sono nata e cresciuta. Che la amo e la odio, come si può fare solo con qualcosa che senti come un “genitore”. Che ho cercato di scappare per anni, prima con l’università fuori, poi con stage dopo stage all’estero, poi con il mio viaggio solo andata, ma che sono sempre stata riacchiappata perché appunto, “a Milano c’è lavoro”.

Io che finalmente, oggi, ho trovato la pace. Perché chiamo Fermignano casa e Milano casa 2 (senza il caos assuefacente della quale in fondo non posso stare per troppo tempo). Oggi che non mi serve più andare dove “c’è lavoro”, perché il lavoro me lo porto dietro come nomade digitale.


La Logica Illogica delle Grandi Città

Io non dico che non sia bello vivere in città, e che tutti debbano per forza volersi dare alla campagna e alla cura dell’orto in uno scenario bucolico di ritorno al passato. Non è detto, e io stessa riconosco di sentire la mancanza della Madunina quando non la vedo per un po’.

Ma il nostro modo di viverle, le città, è totalmente illogico.

  • È illogico pagare il doppio, triplo, quadruplo per qualsiasi cosa.
  • È illogico fare la coda per ore a qualsiasi museo o mostra che si voglia visitare nel weekend, perché altri 3 milioni di persone vogliono fare la stessa cosa negli stessi giorni.
  • È illogico rinchiudersi due volte al giorno nella propria auto, per percorrere a passo d’uomo il tragitto che ci metteremmo un quarto del tempo a fare neanche un’ora dopo. O annusare ascelle in metropolitana pigiati tra la gente che va e torna dal lavoro.

È tutto estremamente illogico. Milano è bellissima, come lo è qualunque altra città, ma vissuta il martedì mattina e il giovedì nel primo pomeriggio, non la sera e nei weekend. Eppure il lavoro, questo sconosciuto, ci obbliga quasi tutti a questa logica perversa.

E intanto, mentre i prezzi a Milano quasi triplicano anno su anno e si comincia a costruire sempre più in verticale per farci stare tutti, il resto dell’Italia deperisce. I borghi si spopolano, gli artigiani nei paesini chiudono bottega, e noi ci dimentichiamo quanto fosse bello vivere in un mondo in cui tutto è a portata di mano, anche e soprattutto la natura.


Quando il Lavoro è Online, la Tua Casa Può Essere Ovunque

Devo dire che la più grande soddisfazione del riuscire a trasformare la mia passione per la scrittura in un lavoro remoto non è tanto il fatto di non avere più capi; neppure quella di poter viaggiare quando mi pare, o di poter trasformare un martedì in un weekend e una sera buca in un momento di lavoro; no, la cosa che più mi dà soddisfazione e felicità è il fatto di non dover più scegliere tra Milano e qualcos’altro.

Di non doverla più odiare. Non la odi quando puoi scegliere di starci solo se c’è qualcosa di interessante da fare o se hai degli appuntamenti. Non la odi se puoi girare per il centro in settimana. Non la odi se la metropolitana e la tangenziale le prendi quando sono quasi vuote.

Quando non ho bisogno di lei, però, pur conservando il mio rinnovato amore per lei nel mio cuoricino milanese, scappo nelle Marche.

Scappo al mare in settimana, o a fare lunghe passeggiate a cavallo.

Scappo in un posto in cui la posta, il calzolaio, il supermercato e il dottore sono tutti a pochi vicoli di distanza, e quando entro mi chiamano per nome.

Dove posso andare a cena fuori senza timore di vedere svariati zeri addebitati sulla carta di credito.

Sarò bucolica, ma a me piace così. E ho la sensazione che non dispiacerebbe neppure a quelli del “Milano è bella, ma dopo un po’ stanca”.


I Nomadi Digitali Contro lo Spopolamento dei Borghi: Una Storia Tutta da Scrivere

Chissà che qualcuno non se ne accorga, di queste incredibili possibilità.

Chissà che qualche azienda non si renda presto conto che, se si aprisse al lavoro da remoto, potrebbe accedere liberamente ai migliori talenti del mondo ovunque essi si trovino a prezzi anche più contenuti.

Chissà che qualche paese che si sta spopolando non introduca qualche politica interessante per attrarre nomadi digitali tra le sue case quasi disabitate.

Chissà che addirittura l’Italia intera prima o poi non si accorga che ha tutte le carte in regola per attrarre Nomadi Digitali da tutto il mondo e faccia qualcosa per agevolarli, come hanno fatto le Canarie o l’Estonia.

Chissà. È una storia ancora tutta da scrivere. Ma è anche una storia che ha solo lieti fine possibili:

  • riduzione dell’inquinamento nelle città
  • diminuzione del sovrappopolamento
  • inversione del trend dello spopolamento
  • crescita tecnologica e innovativa anche di poli decentrati
  • miglioramento della qualità della vita e della salute
  • etc.

Vediamo chi la saprà scrivere. Io, nel mio piccolo, ci sto provando.

Adesso però devo andare, la mucca mi aspetta per la mungitura……

Dai, scherzo! 😉


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