Vuoi Ospitare Nomadi Digitali? 10 Consigli per Rendere la Tua Struttura “Remote Friendly”

Sei proprietario di una struttura di ospitalità o stai pensando di aprirne una? In questo post voglio condividerti qualche suggerimento utile per creare l’ospitalità perfetta per i nomadi digitali.

Roberta Caruso: Sono fondatrice di Home for Creativity un progetto di coliving diffuso nelle aree marginali d’Italia. Mi definisco un' imprenditrice filosofica, Coltivo la passione per il dubbio, mi piace da sempre generare domande nuove e trovare soluzioni creative. Viaggio stando a casa, o meglio nel mio coliving, dove vivo in sinergia con tutti i nomadi digitali e i viaggiatori ispirati che abitano con me.

Pubblicato il: 16 Aprile 2019 | Categoria:

“Chi viaggia senza incontrare l’altro non viaggia, si sposta!”.

Oltre ad essere un ottimo motto per il viaggiatore contemporaneo, questa frase costituisce il punto di partenza per chi vuole offrire occasioni irripetibili ai propri ospiti. L’industria del turismo è in continuo mutamento, ondeggia tra nicchie infinite di mercato, che rendono lo spartiacque tra “business” e “leisure” sempre più ricco di sfumature.

Il turismo di oggi somiglia all’abitare temporaneo. Il viaggiatore autodiretto (quello che sceglie la propria meta e il proprio itinerario navigando sul web o su consiglio di un amico) ha smesso di nutrirsi solo di informazioni ed è alla costante ricerca di esperienze.

Per dirla in parole povere: ciò che possiamo facilmente conoscere di un territorio digitando il nome di un borgo, di una città o di una nazione su Wikipedia non è sufficiente a soddisfare la dose di curiosità di chi sceglie una destinazione di viaggio. Per questo aumentano sempre di più piattaforme specializzate nel così detto “turismo esperienziale”, uno dei termini più ricercati degli ultimi 4 anni.

Dentro il concetto di “esperienza” oggi vive un universo fatto di incontri, di scoperte improvvise, di suggestioni e confronti interpersonali . Il viaggiatore è in cerca della verità dei luoghi, della loro autenticità e, banalmente, della loro semplicità.

A fare da capofila nel fenomeno che sposta l’ago della bilancia dai “turisti” agli “abitanti temporanei” è certamente il target dei nomadi digitali, persone che portano con sè il proprio lavoro, là dove scelgono di vivere o di viaggiare.

Questa nicchia negli anni continua a crescere inesorabilmente ( entro il 2035, a livello globale, i nomadi digitali previsti saranno oltre 1 miliardo) e il settore turistico si interroga su come prepararsi ad accogliere al meglio questa nuova categoria di viaggiatori.

Lavorando da 4 anni nell’ambito del “coliving” (modello di ospitalità privilegiato per i nomadi digitali) ho scoperto che per poter offrire un’esperienza personalizzata ai miei ospiti, avrei dovuto prima di tutto comprendere il loro stile di vita e le loro aspettative.

Gli ospiti con cui ho vissuto mi hanno insegnato a non considerare i “nomadi digitali” come target statico e dalle rigide caratteristiche, quanto piuttosto come una macrocategoria all’interno della quale convivono tante manifestazioni diverse, ognuna con le proprie esigenze. Dall’imprenditore al dipendente di una grande azienda che opera in smart working, dal creativo in cerca di ispirazione al businessman in cerca di affari.

Non è necessario avere un coliving (una grande casa condivisa, in campagna o in città) per poter ospitare nomadi digitali. Puoi creare una remote friendly accommodation anche se hai un appartamento con poche camere, in città o fuori, ma soprattutto tanta voglia di accogliere questo tipo di viaggiatori.

Voglio darti qualche suggerimento utile per creare l’ospitalità perfetta per nomadi digitali:


1. Punta sull’Identità

Come ogni struttura ricettiva che si rispetti, alberghiera o extralberghiera, il primo passo verso il successo di una remote friendly accommodation è il riconoscimento della propria identità. L’identità coincide con il tema che darai alla tua struttura.

Prendi carta e penna e inizia a disegnare il tuo spazio. Comincia a ricostruire la storia di ogni camera, di ogni ambiente o oggetto della casa. Poi passa all’esterno e ripercorri i vicoli, i locali più interessanti, gli artigiani più ricercati, le curiosità del tuo territorio.

Infine, poniti al centro dello spazio inserendo la tua passione principale (la musica, l’arte, la scrittura, l’informatica). Quando avrai terminato collega i punti, trova le connessioni che ci sono tra te, quel meraviglioso appartamento che hai per le mani e il contesto che ti circonda.

Alla fine ti troverai di fronte una mappa perfetta e soprattutto capirai qual è il carattere della tua struttura. Sarà proprio l’identità che trasmetterai a far nascere la curiosità verso la tua struttura. E dalla curiosità nasceranno nuove prenotazioni.


2. Coltiva Relazioni

Quando i nomadi digitali inizieranno a scriverti ti chiederanno cosa possono fare una volta arrivati da te. Per prepararti a questa domanda ti serve un corollario di buone relazioni.

Pub, musei, ristoranti,cinema, ma soprattutto esperienze. Scopri chi può far vivere una giornata o un weekend speciale ai tuoi ospiti, stringi delle partnership, crea delle occasioni di incontro.

I tuoi ospiti si aspettano l’avventura, ti chiedono di scoprire il territorio vivendo dei momenti indimenticabili.

Evita di spingerli verso situazioni prettamente dedicate ai turisti. I digital nomads vogliono vivere come gli abitanti del posto.


3. Ricordati che Non Si Fermano Solo per il Weekend

Se hai già un b&b o un affittacamere forse sei abituato al turista mordi e fuggi, che spesso si gode per poco tempo la struttura e anche il contesto. Il nomade digitale si fermerà da te per un periodo più lungo ( a volte anche mesi).

Per fare in modo che possa sentirsi a casa crea delle opportunità pensate per un abitante temporaneo come lui. Cerca piccoli market, fruttivendoli, cantine, attività commerciali a conduzione familiare e stringi con loro delle convenzioni.

Non scordare i co-working della zona. Sono i tuoi principali alleati. Fai in modo che in qualsiasi momento della giornata, il tuo ospite possa sentirsi parte della comunità in cui vive, del quartiere della città in cui si trova. Le attività commerciali o i servizi necessari a un abitante del posto sono il tuo braccio destro.


4. Cura gli Ambienti

Ogni nomade digitale ama sentirsi veramente a casa quando arriva in un posto nuovo. Per far sì che la tua struttura diventi casa devi smettere di pensare in chiave minimal e prettamente turistica.

La regola d’oro di ogni struttura remote friendly è la caratterizzazione. Fai in modo che ogni spazio della casa sia ricco di particolari, di elementi d’arredo che permettano al tuo ospite di identificarsi in un tema, in un’arte, in un interesse specifico.

Nella stanza della musica, fai in modo che ci sia una chitarra posata lì per i pomeriggi uggiosi. In quella della letteratura, crea una libreria tematica o multilingua e dona al tuo ospite la possibilità di godersi una lettura accattivante durante il suo soggiorno.

Un po’ di tecnologia non guasta. Posiziona uno speaker bluetooth negli spazi comuni o nelle camere: consentirà agli ospiti di ascoltare musica, fare domande sul meteo o chiedere informazioni sul traffico.


5. Ripensa all’Arredamento

I tuoi nomadi digitali desiderano vivere serenamente e comodamente il periodo che trascorreranno nella tua struttura. Ameranno il letto confortevole che gli offrirai, il bagno efficiente e un guardaroba abbastanza capiente da ospitare abiti per un mese o più.

Ciò che sicuramente li renderà felici sarà la presenza di una scrivania e una comoda sedia ( magari ergonomica), preferibilmente rivolta verso una finestra da cui entra la luce al mattino. Pensili, comodini, una lampada per lo scrittoio e un numero considerevole di prese in tutta la camera faranno il resto.


6. Crea degli Spazi Comuni

Se ancora non ci hai pensato, ti consiglio di farlo. Le occasioni di socialità sono alla base dell’esperienza che i tuoi ospiti vogliono vivere da te.

È’ essenziale creare un luogo che sia famiglia oltre che casa. Chi vive in giro per il mondo si circonda di persone stimolanti, in grado di supportare nelle difficoltà e di dare un buon consiglio quando necessario.

Un soggiorno con smart tv o un cavetto hdmi per agganciarsi al pc (ideale per le serate cinema), una cucina abitabile dove far fare colazione o un semplice angolo della struttura con divani e poltrone permetteranno ai tuoi nomadi digitali di creare delle opportunità di relazione. Ed è la ricerca di relazioni autentiche il motivo per cui si sono messi in cammino.


7. Dona Un Po di Te

Già da quando ti contatterà la prima volta, ti renderai conto che il nomade digitale non è alla ricerca di un host, ma di un nuovo amico.

Ti racconterà il motivo profondo del suo viaggio, ciò che si aspetta, chi vorrebbe incontrare durante la sua permanenza e perchè è rimasto affascinato dalla tua struttura. Ti fornirà, prima ancora di arrivare, delle informazioni che vi permetteranno di entrare in contatto.

Ciò che ti chiede è un po’ di tempo da dedicargli, per ascoltarlo, per suggerirgli delle esperienze “su misura” e magari per una passeggiata di avanscoperta del borgo o della tua città. Se puoi e vuoi, dona. Quel tempo che dedichi a lui ti permetterà di cogliere anche i suoi feedback sinceri e di evitare delle cattive recensioni inaspettate.


8. Rendi la Vita Più Semplice

Oltre alle attività commerciali della tua zona e alle esperienze da far vivere al tuo ospite, devi pensare a come rendergli la vita più semplice.

Se la tua struttura è in campagna o comunque in un contesto extraurbano, devi attrezzarti per gli spostamenti veloci. È molto probabile che il tuo ospite arrivi senza macchina. Se vuole noleggiarne una, crea delle convenzioni con il rent a car più vicino oppure con un servizio di ride o car sharing della tua città.

Ideale la proposta di bici ed e-bike. Una soluzione eco-sostenibile e molto gradita ai digital nomads. Se invece il tuo ospite ha intenzione di spostarsi con i mezzi pubblici, offrigli un buono di 2 viaggi in bus come segno di benvenuto e forniscigli in camera o tramite mail gli orari delle corse.


9. Il Wi-Fi è Un Must

Inutile dire che per un ospite che vive il tuo spazio come casa sua e lavora tramite pc il wi-fi non è un optional, ma un must. Avere una connessione veloce, stabile in banda ultralarga (superiore ai 30mb) è la prima regola per una struttura remote friendly.

I tuoi ospiti non useranno internet nel tempo libero. Lo useranno per caricare e scaricare file di grandi dimensioni, avranno necessità di fare conference call con persone connesse in altre parti del mondo. Assicurati di avere una connessione all’altezza e soprattutto, evita di venderla come servizio a pagamento. È il biglietto da visita che farà scegliere ai nomadi digitali la tua struttura invece di un’altra.


10. Cambia Stile

Per poter ospitare nomadi digitali che si fermano per più di 30 giorni un po’ di lezioni sulla normativa italiana ti servono di certo. Ogni regione ha le sue leggi in ambito turistico. Documentati, informati, cerca di capire quali strategie ti permettono di offrire ospitalità per periodi medi o lunghi attraverso lo short rent.

Tecniche e formule del turismo convenzionale in una struttura per nomadi digitali sono utili, ma la regola più importante da seguire è la spontaneità. Il nomade digitale ti chiede sincerità sin dal primo contatto, a cui spesso ne seguono altri.

L’esperienza di ospitalità inizia di certo prima del suo arrivo. Ascolta ciò che desidera, “parla la sua lingua”, renditi disponibile al cambiamento. Quando entrerai a contatto con questa categoria di ospiti non potrai più farne a meno. Scoprirai che dall’incontro con ogni nomade digitale si apriranno nuove scoperte, i feedback che ti fornirà ti porteranno a migliorare ogni servizio e lo farai ben volentieri.

Non dimenticare di essere gentile. La gentilezza è accoglienza, anche tu ne hai bisogno.



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