Come Diventare Nomade Digitale in Un Giorno

Ti racconto come in un solo giorno ho scelto di diventare un nomade digitale e come anche tu puoi puoi fare lo stesso.

Enrico Maggiolo: Ho passato anni a osservare la nascita di molti progetti web per cercare di capirne la struttura e le cause di successo, finché ho deciso che era il momento di diventare protagonista. Ho lasciato così il mio lavoro e ho creato un podcast, al quale mi dedico anima e corpo. Per poter sentirmi libero di esprimermi, di muovermi, di viaggiare e di essere finalmente me stesso.

Pubblicato il: 12 Gennaio 2016 | Categoria:

Chissà se anche tu, come molti, sogni un giorno di diventare nomade digitale. E… ti sei mai chiesto quali siano i passi concreti da fare per riuscirci?

Io l’ho fatto in un giorno e questi sono i 4 step che devi seguire se vuoi fare come me:

1) Sali in macchina – treno – metro – bici e dirigiti verso il tuo posto di lavoro

2) Entra nell’ufficio del capo e dai le tue dimissioni

3) Torna a casa

4) Acquista un dominio e costruiscici a attorno il tuo business

Facile?

No! Assolutamente no!

Spero tu abbia capito che la mia è una pura e semplice provocazione, la realtà è tutta un’altra cosa.

In questa semplicissima lista ho tralasciato il fatto che per anni ci ho provato. Per anni ho provato a crearmi un’alternativa. Per anni ho studiato giorno e notte. Per anni mi sono chiuso in casa weekend interi a…, secondo la maggioranza delle persone, “cazzeggiare su Internet”. Per anni ho investito tutto quello che avevo in formazione. Per anni ho ricevuto critiche da tutti per essere un sognatore. E potrei continuare questa lista a lungo…

È vero. Tecnicamente il passaggio da lavoratore dipendente a nomade digitale avviene in un giorno ma il processo per arrivarci è molto lungo.

Se pensi di inventarti un nuovo lavoro in dieci minuti mi spiace molto darti questa triste notizia: nulla avviene per caso o per fortuna, neanche (e soprattutto) online.

Mi sono avvicinato al mondo “on-line” più di dieci anni fa, quando e-Bay ha cominciato ad essere conosciuto anche nel nostro Paese. E da subito sono rimasto affascinato da questo mondo e dalla possibilità di mantenermi lavorando in completa autonomia, ovunque e senza “padroni”.

Ho conosciuto quindi l’e-commerce e il dropshipping per poi passare ad Adsense, alle affiliazioni e ai primi blog. Negli anni ne avrò creati una quindicina!

Che fine hanno fatto? Bella domanda.

Per varie ragioni li ho abbandonati tutti, nonostante qualcuno avesse cominciato a dare dei risultati niente male. Ma con tutti i tentativi fatti sono riuscito a farmi una piccola esperienza e ho cominciato a capire quali sono i progetti che possono avere un futuro e quelli destinati a morire dopo pochi mesi.

Ho capito quali sono le migliori strategie da utilizzare sia in fase di lancio che nei primi mesi, ho imparato come fare un piano dettagliato di tutti gli aspetti organizzativi e sono riuscito, soprattutto, a ridurre un qualsiasi progetto web a due competenze fondamentali: una buona programmazione iniziale e costanza, tanta costanza.

Ed è quest’ultima quella che mi è sempre mancata. E mi è mancata per un semplice motivo: non avevo abbastanza motivazione.

Il mio contratto a tempo indeterminato e ben pagato mi ha sempre fatto sentire al sicuro e l’ho sempre considerato come un ottimo cuscino. Un comodissimo cuscino.

Questo mi ha fatto stare per molti anni nel “mondo dei sogni”.

Quanto sarebbe bello essere un nomade digitale. Quanto vorrei poter diventare padrone di me stesso. Non vedo l’ora di riuscire a far diventare un mio progetto la mia professione. Non voglio più svegliarmi la mattina ed essere costretto ad andare a lavoro. Voglio essere finalmente libero di gestirmi in autonomia gli orari e così via.

Ti suonano familiari queste frasi? Io me le sono ripetute per anni.

C’erano i periodi in cui mettevo anima e corpo in un nuovo progetto, mi appendevo in giro per casa qualsiasi tipo di frase motivazionale per riuscire finalmente a raggiungere il mio sogno e il mio entusiasmo saliva alle stelle. Per poi, con il passare del tempo, veder tornare tutto alla normalità.

Avere quell’entrata di denaro costante derivante dal mio lavoro era sicuramente una manna dal cielo per me, ma senza rendermene conto mi teneva intrappolato alla mia routine. Mi adeguavo allo stato delle cose e mi lasciavo trasportare dagli eventi. Ero spettatore della mia vita.

Finché ho cominciato a lavorare ad un nuovo progetto (itaround – il podcast degli italiani all’estero) e, più lo pianificavo, più mi rendevo conto che le potenzialità erano interessanti e che i tempi erano maturi. Non volevo sprecare anche questa occasione.

Così mi sono deciso e sono andato a parlare con il titolare dell’azienda per cui lavoravo. Ormai mi conosco bene e so che per tirare fuori il meglio di me devo essere nella m***a!

E allora mi ci sono messo da solo. Lui, ovviamente, non ha capito le mie motivazioni e mi ha concesso un periodo di aspettativa anziché accettare il licenziamento.

Dopo qualche mese sono tornato a ribadire la mia intenzione e non c’è stato, per lui, più niente da fare.

Ora sono quindi un nomade digitale a tutti gli effetti? No, assolutamente. Ma mi sono messo nelle condizioni di poterlo diventare. Credo che uno si possa definire tale nel momento in cui le entrate derivanti dai suoi progetti online siano in grado di mantenere il suo stile di vita senza dover ricorrere ai risparmi, come per me in questo momento.

Forse ti starai chiedendo: “ma, Enrico, che me frega a me di tutta sta storia sulla tua vita?

Te lo dico subito. Innanzitutto l’ho fatto per presentarmi; nei prossimi mesi leggerai su questo blog articoli firmati anche da me e mi sembrava poco educato “entrare” in casa d’altri senza prima cercare, per quanto possibile e in poche parole, di far capire chi sono e cosa mi ha portato fino a qui.;)

Ma ancora di più l’ho fatto per te. Per cercare di farti capire che non esiste una regola. Non c’è un modus operandi universale.

Se stai cercando di diventare un nomade digitale devi prima di tutto trovare la tua motivazione e capire come riuscire ad esprimerla al massimo. C’è chi ha bisogno di sentirsi al sicuro (dal punto di vista economico) per poter essere libero di esprimersi senza pensieri e chi come me ha bisogno di una situazione di crisi. C’è chi deve toccare il fondo prima di rialzarsi e c’è chi trova la motivazione leggendo le frasi dei biscotti della fortuna.

Siamo tutti esseri diversi e cercare di emulare le gesta di altre persone non è mai una scelta troppo saggia. Conosci te stesso, scopri i tuoi punti di debolezza e focalizzati i tuoi punti di forza.

Lo dico sempre agli ascoltatori del mio podcast: una cosa sono gli aspetti pratici e un’altra sono quelli umani. Puoi prendere un qualsiasi libro guida che ti spieghi come fare, in pratica, a trasferirti all’estero o a diventare nomade digitale ma nessuno ti potrà mai insegnare, dal punto di vista umano, come farlo.

Questo puoi farlo solamente facendoti le giuste domande e cercando le giuste risposte. Le giuste risposte… per te!

Essere nomadi digitali può essere un’enorme opportunità ma, anche in questo caso, c’è il rovescio della medaglia. È un po’ come l’università; quante persone conosci che fino alle superiori andavano discretamente bene per poi peggiorare drasticamente una volta cominciata l’università? E quante hanno fatto il contrario?

Un conto è avere qualcuno che ti dice gli orari in cui devi essere presente e che ti segue giorno dopo giorno verso il raggiungimento dei tuoi obiettivi e un altro è la totale (o quasi) libertà e la necessità di autogestirsi. Non tutti sono in grado di farlo.

Cerca quindi, prima ancora di capire come diventare nomade digitale, di capire perché vuoi diventarlo e se sarai in grado di gestirti una volta “libero”.

Non sarebbe simpatico lavorare giorno e notte per una cosa per poi rendersi conto che, alla fine, si stava meglio prima!

Con la speranza che anche tu possa trovare la TUA strada, ti auguro un grandissimo “in bocca al lupo”!


Foto Credit Shutterstock


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