Il Nostro Salottino Digitale: Prime Esperienze e Prime Impressioni

In questo particolare momento storico ci siamo resi conto che stanno nascendo nuove esigenze. Per questo motivo all'interno della nostra community abbiamo provato a proporre qualcosa di diverso! Così è nato il format del Salottino Digitale.

Giovanni Filippi: Mi piace vivere la montagna in ogni sua stagione, ma l'attività che mi riesce meglio è nuotare. Laureato in Ingegneria, ho vissuto in due uffici tecnici prima che la serendipità mi facesse scoprire la scrittura per il web e il movimento dei nomadi digitali. Così eccomi qua, a condividere la visione di una vita volta al continuo evolversi nella ricerca della felicità.

Pubblicato il: 27 Maggio 2020 | Categoria:

In questo articolo ti voglio raccontare di un’iniziativa che è nata in questi mesi, che fino a pochi giorni fa era solo un idea, ma che abbiamo finalmente avuto l’occasione di iniziare a testare.

L’abbiamo fatto senza sapere neanche noi bene cosa aspettarci, ma grazie al supporto di persone straordinarie che hanno creduto in noi dedicandoci il loro prezioso tempo, la nostra idea si è da subito rivelata interessante.

Nell’era “zuckerberghiana” potremmo considerarla un’utopia forse, ma non è proprio da lì che nascono le nuove opportunità?

Abbiamo riflettuto sulle parole di Baumann l’era digitale ha portato la creazione di reti, ma non di comunità“, e da questo principio siamo partiti per evolverci.

Il progetto Nomadi Digitali è una bella comunità di persone, nata ormai 10 anni fa, che si è sviluppata e ha permesso il nascere di molte collaborazioni, come questa, che mi permette di essere qui a scrivere ora.

Siamo un numero considerevole di persone, molto diverse tra loro, ma che condividiamo visioni e ideali comuni, e che insieme rappresentiamo un potenziale umano incredibile.

In questo momento storico il mondo dei Nomadi Digitali è stato investito da un paradosso particolarmente crudele!

Mentre da un lato il lavoro da remoto -che tanto abbiamo invocato- è stato finalmente sdoganato anche nel nostro Paese (non ci addentriamo nel discutere se positivamente o negativamente), dall’altro persone come noi, che hanno fatto della libertà di poter vivere e lavorare ovunque il loro leitmotiv, si sono trovate da un giorno all’altro bloccate, riducendo a zero le nostre possibilità di muoverci e di viaggiare. Questo ci ha un po’ spiazzato, bisogna essere onesti.

I social network sono diventati improvvisamente la nostra principale connessione con il mondo esterno, e ci hanno definitivamente fatto capire come questi strumenti siano in realtà dei semplici surrogati di una comunicazione reale, proprio come diceva Baumann.

Abbiamo riflettuto su quanto la solitudine sia purtroppo molto contagiosa, e mai come in queste settimane l’importanza di relazioni umane vere è stata così palese.

Tutto il mondo ha iniziato ad utilizzare di più strumenti di videochat, come Zoom per esempio, che Forbes riporta aver avuto dei giorni nei quali ha quadruplicato il numero di iscritti. Sintomo che le nostre relazioni necessitano ancora di quella parte di comunicazione non verbale e paraverbale, possibile solo quando ci si vede faccia a faccia.

E così l’idea, visionaria se vogliamo, di permettere alle persone che da anni seguono il progetto Nomadi Digitali di incontrarsi e finalmente conoscersi faccia a faccia, come mai era accaduto prima. Vogliamo che queste persone abbiano la possibilità di confrontarsi, scambiarsi conoscenze e riflessioni, in un rapporto paritetico basato sul principio della reciprocità ‘dare senza perdere e prendere senza togliere’.

In queste settimane abbiamo iniziato a testare nuove dinamiche partendo da un format che abbiamo chiamato Salottino Digitale. Il nome rimanda in primis ad un luogo rilassato e confortevole, dove fare quattro chiacchiere con gli amici.

Dall’altra è un chiaro riferimento ai salotti letterari, i circoli tanto in voga nei secoli scorsi, luogo di confronto su interessi comuni e che nel corso della storia si sono rilevati potenti strumenti di crescita e formazione, ma anche di trasformazione, sociale e culturale.

E così finalmente, con qualcosa di concreto in mano, abbiamo organizzato i primi tre eventi, lasciando che fossero le persone più curiose e interessate a decidere volontariamente di unirsi a noi in questa nuova avventura.


Che dire? Buona la Prima!

Già dal primo incontro le conversazioni si sono dimostrate di un certo valore, con spunti stimolanti su tutti gli argomenti che abbiamo proposto. Il format è piaciuto e dai primi feedback si può percepire che c’è del sano interesse a continuare.

Per darti un’idea del motivo del nostro entusiasmo, ecco gli argomenti che abbiamo affrontato e gli spunti che ne sono scaturiti.

1° Incontro:
Nomadi Digitali in Salotto: Conosciamoci e Confrontiamoci sul Nostro Futuro

Come ospite speciale al nostro primo “Salottino Digitale” abbiamo avuto il piacere e l’onore di avere con noi, Sara Magnabosco, Head of Operations Manager di Hacker Paradise, un’azienda americana che organizza viaggi globali per Nomadi Digitali, che vogliono scoprire il mondo mentre continuano a portare avanti le proprie carriere da remoto!

Ad essere onesti, nel primo evento la parte delle presentazioni personali ci è un pò sfuggita di mano e tutti noi ci siamo dilungati un pochino troppo! Ma è bello vedere che c’è davvero tanta voglia di conoscersi, di condividere le proprie esperienze e i propri progetti. Qualcosa che va oltre il partecipare alle classiche dirette ed eventi online tradizionali, dove una persona parla e tutti gli altri ascoltano potendo interagire solo tramite un like o una domanda in chat.

Dal canto mio ero davvero curioso di sentire i pensieri del gruppo su come potrà evolvere l’idea di viaggio. Per i Nomadi Digitali, le persone, ma anche per le aziende che hanno un modello di business strettamente incentrato su questo, proprio come quella di Sara.

Bene, a quanto pare tutti siamo più o meno coscienti di aver vissuto un periodo storico unico e molto particolare (e forse irripetibile), nel quale spostarsi per il mondo era arrivato ad essere fin troppo semplice ed economico. Le modalità e i prezzi estremamente convenienti dei voli low cost ci avevano probabilmente fatto perdere un po’ di vista la realtà, le distanze e l’impatto che i viaggi aerei e l’ipermobilità possono avere sull’ambiente e nelle comunità locali.

Damiana e Daniel ci hanno portato a riflettere su come questa può essere la volta buona per un’evoluzione più sostenibile dei nostri viaggi e spostamenti. Un argomento che in fin dei conti, è molto sentito all’interno del nostro movimento. E non parliamo solo di sostenibilità ambientale, ma anche sociale, economica e culturale: è innegabile infatti che qualsiasi forma di turismo nel momento in cui diventa di massa crea un impatto importante sulle comunità locali.

E da qui nasce una nuova consapevolezza.

Come Alberto riporta spesso nei suoi speech, il Nomade Digitale è a tutti gli effetti una nuova categoria di persone alla quale gli operatori del turismo dovrebbero prestare maggiore attenzione! Da questa consapevolezza nasceranno sicuramente nuove sfide e nuove opportunità per chi opera in questo settore, come già affermato da Brian Chesky CEO di Airbnb e da David Nicol Williams in questa sua intervista: Digital Nomadism to Flourish in Post-Coronavirus Era: NomadX CEO

Da ora in avanti saranno sempre di più le persone che potranno spostarsi portandosi dietro il proprio lavoro. Si tornerà a viaggiare più lentamente, si torneranno a valorizzare mezzi di trasporto più sostenibili e meno inquinanti, i soggiorni potranno essere più lunghi e si andrà alla riscoperta dei luoghi dove è più bello vivere e lavorare, con una qualità dell’aria migliore e ritmi di vita meno frenetici.

E a proposito di soste durature, Sara ci porta come esempio proprio la sua azienda, che per il futuro vuole offrire permanenza più lunghi nei vari Paesi. Ma questo nasce anche da un problema internazionale, che personalmente non avevo minimamente considerato.

La maggior parte del mondo si interroga su come e quando si tornerà a viaggiare. Ma in pochi si stanno ponendo il problema che forse non sarà più così scontato muoversi dove vogliamo come abbiamo fatto sino ad ora.

Potrebbero nascere seri problemi alle frontiere, una sorta di razzismo giustificato dalla situazione: alcuni Stati potranno impedire a persone di altre nazionalità di entrare!

E se la cosa ti sembra strana o lontana, prova a ricordare per un momento quando non più di qualche settimana fa l’Italia era considerata il Paese untore, e in Europa ne subiamo ancora le conseguenze.

Il concetto che mi porto a casa dopo questa bella chiacchierata è che in questo momento non sta venendo meno il concetto di Nomade Digitale, al contrario: questo movimento di professionisti liberi di vivere e di lavorare ovunque si svilupperà ulteriormente nei prossimi anni, passando però attraverso un processo evolutivo molto più consapevole.

2° Incontro:
Come Conciliare Lavoro da Remoto e Benessere Psico-Emotivo

Ospite speciale del secondo Salottino è stato Alessandro Montalto, un remote work coach professionista, grazie al quale abbiamo affrontato alcune delle problematiche del lavoro da remoto.

Pronti via, il dibattito arriva subito al dunque: che tu sia parte di un team che lavora da remoto o che il tuo rapporto sia direttamente con il cliente, la visione è l’aspetto più importante per essere efficace.

Per un team questo aspetto deve essere curato dalla persona che lo gestisce, se lavoriamo da soli è un lavoro da fare su noi stessi e con il cliente. In ogni caso bisogna essere abili nel rendere chiari gli obiettivi a tutte le persone coinvolte nel progetto, ricordando spesso la direzione che abbiamo intrapreso insieme.

Facile, ma non semplice, su questo concordiamo!

E a proposito di interazioni, ecco un’altro spunto che proviene questa volta da Marzia. Nel lavoro da remoto, l’assenza di colleghi con i quali confrontarsi, spesso porta la perdita di stimoli a migliorarsi e la difficoltà a mantenere una panoramica chiara di quello che avviene nel proprio settore. In questo il nomadismo digitale è la chiave, come opportunità di incontro con altre persone simili a te o come possibilità di spostarsi per lavorare da remoto in contesti differenti e più stimolanti, piuttosto che lavorare sempre da casa!

Da qui la conversazione vira verso un aspetto che viene spesso considerato come un male, ma che ha comunque un valore fondamentale per la produttività: la routine.

Ne parliamo con una seconda Marzia, che pur non lavorando esclusivamente online, si trova spesso a spostarsi in diversi Paesi. Ne conveniamo che la routine deve essere qualcosa di costruttivo e gratificante. Alessandro ci mette lo zampino, ricordandoci che la possibilità di gestire i nostri orari ci permette di dedicare momenti della giornata a qualcosa che ci fa stare bene. E non dobbiamo prendere queste pause come interruzioni negative, ma anzi dobbiamo essere consapevoli che sono proprio queste possibilità, assenti nel lavoro tradizionale, a migliorare la nostra vita da remoto.

A questo punto potremmo salutarci, è passata ben più di un’ora e di spunti su cui riflettere ce ne sono già un bel po’, ma Antonella decide di alimentare il fuoco con un tema caldo, caldissimo per tutti noi.

In una società che vuole identificare ogni persona con un’etichetta, spesso ci troviamo a dover giustificare quello che facciamo, ad essere quelli un po’ strani, invece di poterci esprimere liberamente in quello che amiamo fare di più!

Siamo persone poliedriche, come evidenzia Ilaria, e come tali è difficile inquadrarci, ma dobbiamo essere consapevoli che questo è un vantaggio, sebbene dall’esterno ci facciano sentire l’opposto…

Chiudiamo con Sandro, che ci lancia l’idea per un prossimo Salottino e sì, ne parleremo davvero la prossima volta perché altrimenti qui non ci scolliamo più: sono argomenti troppo interessanti per essere affrontati alla veloce!

La conversazione è stata incentrata su persone che vogliono cambiare o l’hanno fatto, ma giustamente lui ci tiene a dire che non sempre si vuole arrivare ad una soluzione così drastica. Per esempio lui sarebbe più interessato a confrontarsi su come può avvenire, per un determinato lavoro, il passaggio da tradizionale a remoto, almeno in parte.

E sicuramente questo argomento sarà interessante per molte persone che hanno sperimentato dinamiche diverse durante questo periodo, ne parleremo sicuramente!….Grazie Sandro per il feedback!

3° Incontro:
Dubbi, Paure e Sfide da Affrontare Quando si Inizia una Carriera da Remoto

Nel terzo Salottino, l’ultimo di questa prima tornata di eventi, abbiamo invitato aspiranti Nomadi Digitali e lavoratori da remoto. Abbiamo voluto confrontarci su quali sono le motivazioni che portano le persone a vedere una soluzione in questo nuovo stile di vita e di lavoro.

La cosa che più mi ha colpito è trovare in tante persone, così diverse, dei punti in comune che ci fanno essere tutti parte di un unico grande movimento. Persone che svolgono le mansioni più disparate, ma che sentono sia giunto il momento di dare priorità agli aspetti più importanti della loro vita.

Non è il lavoro di per sé a far nascere questi sentimenti, ma è il prendere consapevolezza di essere altro oltre a questo. Francesca che vorrebbe fare la giornalista perché sente il bisogno di condividere di più quello in cui crede, Fabio che nel tempo libero oltre a provare esperienze da brivido, si mette a disposizione degli altri come volontario.

Lo vedo in Ilaria e l’altra Francesca. Persone che condividono principi saldi e disposte a rimettersi in gioco, con gran voglia di fare e una particolare resilienza. Ecco questo è un altro aspetto che ci accomuna definitivamente: in periodi di incertezza come questo, chi ha la capacità e la libertà di riuscire ad adattarsi meglio, può definirsi più sereno.

Ai racconti delle esperienze di vita e i progetti che abbiamo, alterniamo domande provocatorie, atte a far riflettere ognuno su quello che sta passando.

A proposito di progetti personali, come evidenzia Gabriel, un conto è mettere su la propria baracca, un conto è capire cosa ci vuoi davvero fare con questa. Idealmente potremmo ricongiungerci al secondo Salottino, sebbene in questo caso l’ostacolo sia ancora più grande perché è qualcuno che vuole iniziare. Bisogna cercare di farsi un’idea di dove si vuole andare a parare, di quale sia la propria visione, prima di lanciarsi a capofitto in qualcosa e dedicarci tempo ed energie.

La frase ormai inflazionata “fai quello che ti piace e non lavorerai neppure un giorno della tua vita“, realizziamo avere un retrogusto un po’ amaro.

Emerge la dicotomia tra il fare quello che ci piace e farci pagare per farlo, sembra quasi che la nostra cultura ci impedisca di considerare un lavoro quello che in realtà troviamo piacere nel fare. E crescere con questa convinzione è davvero poco stimolante: non saremo mai in grado di fare quel primo grande passo se non iniziamo a cambiare mentalità e a vedere le cose in modo diverso.

Avere la possibilità di confrontarsi con persone che già ce l’hanno fatta non è solo molto utile, ma a volte è proprio necessario per non scoraggiarsi o perdere la motivazione.

Bene, questo è in sommi capi quello di cui abbiamo chiacchierato, che nella realtà ha avuto più sfaccettature ed è andato molto più in profondità.

Dal canto mio e di Alberto è chiara la percezione che la possibilità di confrontarsi con altre persone simili è stata apprezzata molto, così come ci hanno confermato i feedback successivi.

Tutto questo è stato davvero appagante e non può che farci tornare a lavorare sui prossimi con rinnovato entusiasmo!

Grazie di cuore a tutti voi che avete reso questo possibile e preparatevi perchè ci vedremo presto! 🙂



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