Abbracciare il Cambiamento: dal Capitalismo al Talentismo

Cambiare lavoro e migliorare il proprio stile di vita affascina un po’ tutti, ma per riuscirci è necessario abbracciare il cambiamento e valorizzare il nostro talento.

Lara Ghiotto: Appassionata di viaggi, culture lontane, sostenibilità e nuovi stili di vita. Dopo anni di ricerca ho trovato la mia strada grazie alla rete e oggi lavoro da dove voglio facendo quello che più mi appassiona: aiutare le persone che vogliono migliorare il mondo a costruire la loro attività, dare il loro contributo e vivere la vita che desiderano.

Pubblicato il: 30 Maggio 2016 | Categoria:

Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi.
Albert Einstein.

Ognuno di noi vive l’idea di cambiamento in modo diverso e personale. Se l’idea di cambiare vita o cambiare lavoro affascina un po’ tutti, alcuni sono spontaneamente più aperti verso il cambiamento mentre altri tendono a fare più resistenza, sentendosi più tranquilli in condizioni (percepite come) statiche e immutabili.

Che lo vogliamo o no, tuttavia, la nostra vita e il mondo che ci circonda sono in continua evoluzione, un’evoluzione che, nell’ultimo decennio, è diventata sempre più rapida. In questo scenario, se per alcuni il cambiamento è l’espressione di un desiderio o una scelta, per altri nasce dalla necessità di “stare al passo” con le inarrestabili rivoluzioni che oggi si manifestano in particolare nel mondo del lavoro.

Oggi, per esempio, abbiamo tutti la possibilità di lavorare e vivere ovunque ci sia una connessione Internet, ma, per arrivare a vivere una condizione simile, dobbiamo cambiare l’approccio al mondo del lavoro, dimenticando la “vecchia maniera” di lavorare e cercare un impiego e osservando i meccanismi che caratterizzano questo nuovo paradigma per usarli a nostro vantaggio.

Con “vecchia maniera”, mi riferisco alla tendenza, fino a ieri dominante, di aspirare al posto fisso ed essere pagati per il proprio tempo (tipicamente trascorso in un ufficio) e per i propri titoli di studio.

L’evoluzione in atto, invece, comporta sempre più diffusamente l’essere retribuiti per risolvere problemi o per soddisfare desideri specifici (situazione vera già da tempo per i lavoratori autonomi). Ad esempio, se commissiono a un tecnico il mio sito Web, non m’interessa dove lavorerà, quando lavorerà o quante ora al giorno dedicherà al mio progetto, ciò che mi interessa sarà il risultato.

Per questo, indipendentemente dalle motivazioni che ci spingono al cambiamento, per attuarlo concretamente dobbiamo comportarci in modo diverso, cioè fare cose diverse da quelle che abbiamo sempre fatto.


Utilità e Unicità

Chiunque voglia crearsi un’attività indipendente sfruttando le opportunità del Web, non può pensare di di trovare un impiego “mandando un curriculum”! Occorre acquisire una mentalità imprenditoriale, deve mettersi nei panni di un potenziale cliente e capire in che modo possa davvero aiutarlo, offendo soluzioni concrete, ovvero prodotti e servizi che rispondano esattamente alle sue esigenze.

Da qui nasce una necessità primaria: capire esattamente a chi vogliamo rivolgerci, chi è il nostro potenziale cliente, qual è il suo problema e qual è la soluzione che noi possiamo offrirgli.

Ma possiamo fare un passo oltre. Non soltanto bisogna essere in grado di risolvere questo problema: è necessario essere in grado di risolverlo meglio degli altri o in modo unico per non cadere in dinamiche di concorrenza deleterie per i profitti, il brand e per la qualità della propria offerta.

Diventa quindi fondamentale disporre di prodotti o servizi eccezionali, sia dal punto di vista qualitativo sia dal punto di vista dell’unicità.


Ma Come Fare?

La qualità del tuo prodotto o servizio dipende dalle tue competenze, dalle tue conoscenze, dai tuoi interessi e delle tue passioni. In breve, dipende da ciò che sei. Quasi certamente, infatti, la tua eccellenza emergerà in un’attività o in un settore che ami, in cui ti esprimi al meglio e che conosci a fondo.

Già nel 1994 l’economista Peter F. Drucker ne “La società post-capitalistica” scriveva che nell’era post-capitalista il fattore chiave della produzione non è più il capitale né il terreno, né il lavoro, ma la conoscenza. In questo nuovo sistema economico e sociale, definito “Talentismo” da Juan Carlos Cubeiro, la conoscenza e il talento saranno più scarsi (e quindi di maggior valore) del capitale, con tutto quello che ne consegue per il mondo del lavoro e la società.


Conclusioni

In uno scenario saturo di offerte spesso ridondanti e in cui la concorrenza è molta, continuare ad applicare i soliti modelli commerciali potrebbe essere una strada estremamente difficile da percorrere e deleteria per i nostri progetti.

Solo abbracciando senza riserve il cambiamento in atto e tutto ciò che siamo (i nostri desideri, le nostre passioni, le nostre capacità, i nostri talenti, le nostre aspirazioni), saremo in grado di affrontare il mercato senza esserne sopraffatti, ma anzi sfruttandone tutte le potenzialità, creando basi solide per il lavoro che amiamo e concretizzando la vita che desideriamo vivere.


Photo Credit Shutterstock.com


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